Regione - 05 marzo 2021, 16:40

Il Pd critica la gestione sanitaria piemontese: "Assistiamo a un immobilismo che ci preoccupa"

"La Rete oncologica da giorni è senza guida, dopo l'addio di Bertetto. Senza contare i problemi nella campagna vaccinale"

“Da giorni, con il pensionamento del dottor Oscar Bertetto, la Rete oncologica piemontese, una delle eccellenze della nostra sanità è rimasta senza guida, fatto che ci preoccupa molto perché sottovaluta l’importanza di una transizione guidata soprattutto nel caso di un’organizzazione complessa come quella di una rete oncologica che coordina migliaia di operatori sanitari di tutte le Asl per assicurare le prestazioni previste dai percorsi di cura per tutti i vari tipi di tumore che coinvolgono ogni anno circa 35.000 pazienti” affermano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo e il Vicepresidente del Consiglio regionale Mauro Salizzoni.

Dopo le dimissioni del direttore della Sanità piemontese Aimar, la mancata sostituzione di Bertetto lascia un altro settore strategico privo di governance, soprattutto in un momento tanto difficile per la sanità e dimostra tutta la fragilità della Giunta regionale, incapace di intervenire tempestivamente sui problemi e di trovare soluzioni” commentano i Consiglieri regionali dem.

Assistiamo a un immobilismo che ci preoccupa – proseguono Gallo e Salizzoni – per gli effetti che avrà sulla sanità e che si ripercuoteranno sui piemontesi. Non credo che la panacea di tutti i mali potranno essere provvedimenti raffazzonati che introducono, per esempio, l’Azienda Zero che probabilmente finirà per generare ulteriori costi o svuotare le Asl. Governare seriamente uno dei settori cruciali per la Regione significa valorizzare le eccellenze, tutelarle e garantire una corretta successione al vertice”.

Daniele Valle (Coordinatore Gruppo di lavoro Covid) e Domenico Rossi (Vicepresidente Commissione Sanità) sottolineano invece come ieri, nel corso del confronto con i responsabili dei SISP delle aziende sanitarie piemontesi, siano emerse due problematiche in grado di condizionare pesantemente la campagna vaccinale.

"I SISP, che nella prima ondata sono stati rinforzati con personale “prestato” da altri servizi, nel corso della seconda ondata hanno proceduto al reclutamento di giovani medici neolaureati che, nel corso di questi durissimi autunno e inverno, hanno saputo impegnarsi con passione e competenza, formandosi sul fronte della pandemia".

"Ora è arrivato per molti di loro, oltre la metà secondo le stime espresse ieri in audizione, il tempo di cominciare la specializzazione e le rigidità del percorso formativo li obbliga a abbandonare il posto. Si dilapida così una grande esperienza e si rischia di non poterli sostituire, agli albori di una terza fase che si preannuncia cruenta. Considerando che il loro percorso formativo prevederà momenti di tirocinio, non è possibile riconoscere il servizio che sosterrebbero in questi mesi e permettergli di restare in servizio? Davvero nell’emergenza che stiamo vivendo non è possibile trovare una soluzione straordinaria a un problema tutto sommato semplice, che salvaguardi il loro percorso formativo e la funzionalità di un servizio nevralgico?".

"Si tratta di un problema che nei giorni scorsi ha sollevato anche il sindacato ANAAO. È urgente che la Regione si sieda al tavolo con le Università e affronti con decisione questo nodo, che si sta rivelando, secondo i responsabili dei SISP, cruciale per garantirne l’operatività. Tutti questi elementi rischiano di rallentare bruscamente la campagna vaccinale perché i SISP rischiano di trovarsi senza specializzandi, con le USCA che devono tornare sul territorio per l’aumento dei contagi e gli ospedalieri occupati sul fronte dei ricoveri. E con i MMG siamo ancora agli albori di un coinvolgimento operativo", concludono i due esponenti che si domandano: "Chi somministrerà le 20.000 dosi al giorno annunciate?".

c.s.