Le Guide alpine sono ferite, ma vive. E’ condensato in questa frase, l’appello lanciato dai professionisti della montagna del Verbano Cusio Ossola. L'antica professione di chi accompagna la gente sui monti, messa allo stremo dal covid-19 e dalle restrizioni, fa sentire la propria voce. E cerca di resistere in questa sua importante vocazione.
Il Corpo guide alpine Valle Ossola Uiagm ( Unione Internazionale delle Associazioni Guide di Montagna) che riunisce gli unici professionisti (Legge 6/89) che hanno l’autorizzazione ad accompagnare persone sul cosiddetto mondo verticale (arrampicata su roccia e ghiaccio, scialpinismo, misto d’alta quota e canyoning) continua infatti ad essere operativo nonostante le grandissime difficoltà di questo momento storico, da che la pandemia da covid-19 ha messo sotto assedio l’intera umanità. “Le nostre guide – spiega il capogruppo, Matteo Ruffin - continuano, nel rispetto delle restrizioni normative e in funzione delle aree geografiche, a portare persone in cima alle montagne arrampicando o con sci e pelli di foca, ad effettuare corsi, a fare rilevamenti nivologici, in sostanza mantenendo viva la loro professione e la passione dei più, nonostante le difficili condizioni che, talvolta, le stesse decisioni governative rendono più proibitive per tutti coloro che svolgono attività economiche sulle Alpi e, in generale, sulle alture”. Un impegno tutt’altro che semplice:
“L’attuale situazione di incertezza – evidenzia infatti Ruffin - rende estremamente difficile la minima organizzazione che, normalmente, è condizione base necessaria a svolgere queste mansioni. Anche perché il nostro è il piccolo anello di una più lunga filiera che vede coinvolti i rifugi, gli alberghi di montagna, i comprensori sciistici, i ristoranti, i maestri di sci, gli accompagnatori di media montagna e tutte le attività direttamente e indirettamente toccate dalla fragile economia delle valli. Non solo è difficile lavorare, ma anche sapere come operare e, per i nostri potenziali clienti, accedere in modo chiaro alle informazioni necessarie. Per coloro di noi per i quali la professione di guida alpina è l’unica fonte di sostentamento, fronteggiare la pandemia a partire dalla primavera del 2020 e fino al marzo 2021, è stato particolarmente gravoso.
Nonostante ciò le guide alpine continuano con la gioia della loro passione e con l’entusiasmo dei propri clienti a guardare alla vetta da raggiungere, consapevoli che, alle sue spalle, sorgerà il sole di un momento migliore”