Classe 1930, Italo Ferraris è da considerarsi uno di quei patriarchi d'un tempo, con una numerosa famiglia cresciuta affrontando una vita lavorativa dura iniziata già in tenera età. Di Toceno, ha praticamente vissuto tutta la sua esistenza sulle montagne che chiudono la Vigezzo a Nord, tra boschi e pascoli allora non ancora segnati dalle "unghiate" della tragica alluvione del 1978. Quando era un bambino Toceno amministrativamente era ancora unito a Craveggia e frequentò le elementari di quel paese. Ancora dodicenne (in piena guerra ) trascorse due anni in Svizzera come pastorello iniziando subito dopo la vita del boscaiolo.
Boscaiolo e contrabbandiere
Un mestiere duro quello del boscaiolo a cui nei fine settimana sommò da subito l'avventura del contrabbandiere per arrotondare lo stipendio. Questo un aneddoto emblematico dei tempi grami d'allora: nel 1953 era andato a contrabbando perchè non aveva i soldi per il battesimo di una figlia (quanto bastasse per festeggiare con pochi pacchetti di biscotti wafer e una bottiglia di marsala). Consegnata la bricolla lui ebbe 17 mila di compenso e il suo giovane socio 16. Questi lamentò la differenza visto il medesimo impegno, ma il capo gli disse "perchè lui domani deve battezzare la figlia". La vita nei boschi durò sino al 1964. Ricordava sempre quello che fu uno dei suoi datori di lavoro durante quell'esperienza: il tocenese Gepe Zamboni "quii si ch'ieran oman" riferendosi alla serietà e competenza di questi.
Alla Funivia
Due anni prima era iniziata la costruzione della cabinovia alla Piana di Vocogno e un nuovo tipo di lavoro gli si prospettò. Assunto nel 1964 quando la funivia e due sciovie aprivano la Valle ad una stagione turistica non solo invernale, vi rimase sino al 1988. Chi scrive lo ebbe collaboratore dall'inverno 1973-74 sino a metà 1986. Svolgeva il ruolo di macchinista della Funivia, seggiovia e delle sciovie. L'ovovia richiedeva dei turni di pernotto alla Piana per l'avvio e l'arresto mattutino e serale e lui era uno degli addetti. D'estate i lavori della fienagione per le bestie che teneva tra Toceno e Arvogno gli occupavano il "tempo libero". La sua esperienza di boscaiolo fu molto utile perchè allora i lavori di manutenzione sugli impianti (tranne le impalmature delle funi) erano svolti dal personale della società senza far intervenire ditte specializzate da fuori. Per non parlare dei lavori di sistemazione delle piste. Nel 1980 operò con altri tocenesi il trasporto da Arvogno alla Piana della fune e della puleggia motrice della seggiovia del Trubbio. Elementi che furono trainati lungo la ripida pista di Arvogno in quanto l'elicottero intervenuto dalla Francia non era abbastanza potente per il trasposto diretto. Pensionato dalla Funivia a 58 anni volle rivivere ancora come alpigiano due estati all'Alpe Tenda e Pianezza di Vocogno.
Una numerosa famiglia
Aveva sposato nel 1950 Luisa Barbieri pure di Toceno, una vita di coppia durata 67 anni. Con lei ha dato vita ad una numerosa progenie. A partire dal '50 ebbero dieci figli (due morti in tenera età): Teresa, Angela (sue alcune informazioni di carattere personale), Anna,Tina, Marino (vice sindaco di Toceno), Mariarosa, Olga, e Luigi. Curioso il soprannome, Ghita (solletico), perchè era estremamente sensibile a quella sollecitazione sin da piccolo e come spesso accade nei nostri paesi quando un epiteto viene assegnato da piccolo, Ghita rimase per tutta la vita. Con variante Ghitun alla Piana.
Impegni e passioni
Per un trentennio si era impegnato anche nella pubblica amministrazione del suo paese come consigliere e assessore Comunale. Incarico ancor più gravoso nel periodo dell'alluvione dell'agosto 1978 che provocò a Toceno 4 vittime e ingenti danni. Di carattere aperto e scherzoso, gli piaceva ironizzare stuzzicando gli amici, cantare, ballare, insomma era di compagnia. Aveva due passioni: una sportiva come tifoso di calcio e una politica come socialista. Ma quella sportiva è sicuramente stata dominate. Milanista convinto, ma anche appassionato di ciclismo e di boxe. Spesso al mattino prima di andare al lavoro commentava coi figli gli eventi sportivi correnti, aggiornandosi con TV e giornali.
Epilogo
Italo Ferraris avrebbe compiuto i 91 anni il 22 di questo mese, è mancato a Domodossola il 14. I suoi funerali sono stati celebrati martedì 16 a Toceno. Purtroppo i vincoli della "zona rossa" causa Pandemia hanno inibito la partecipazione ai tanti che avrebbero voluto essere presenti per l'ultimo saluto. Il Parroco don Paolo Montagnini nell'omelia ne ha ricordato la figura, sottolineando l'impegno dei famigliari nell'averne avuto cura specie da quando nel 2017, era rimasto vedovo. Oltre ai figli e le rispettive famiglie lascia la sorella Lucia e i fratelli Isidoro, Luciano e Renato.