Regione - 19 marzo 2021, 17:39

Amazon, monta la protesta dei lavoratori delle aziende fornitrici: "Il colosso di Seattle si sottrae al confronto"

"Si rassegnino: nel nostro Paese i sindacati esistono e devono fare i conti con noi"

Sciopero per tutta la giornata e due ore di presidio, per i lavoratori che prestano servizio tra i fornitori di Amazon. Dopo le proteste delle scorse settimane, un nuovo momento di protesta - ancora più clamoroso - è stato fissato per il 22 marzo, quando oltre a incrociare le braccia per 24 ore, saranno coinvolte da manifestazioni all'esterno dei cancelli le sedi del colosso e-commerce di Brandizzo e Torrazza Piemonte, ma anche quelli fuori dalla provincia di Torino come Fubine, Vercelli e Cherasco. Due ore, all'inizio di ogni turno.

A generare questa protesta è "la brusca interruzione" della trattativa tra Filt, Fit e Uilt con Assoespressi, associazione datoriale imprese di trasporto fornitrici di Amazon. Allo stesso tempo, le tre sigle che fanno riferimento ai maggiori sindacati nazionali denunciano "la latitanza di Amazon al tavolo e l’assenza di risposte della multinazionale americana in relazione al proseguimento  del confronto al quale ultimamente si è sottratta". E non solo: "Amazon manifesta a livello territoriale, confermando il suo comportamento inaccettabile, l’indisponibilità cronica ad un confronto costruttivo con le Rappresentanze Sindacali di riferimento dei lavoratori, in spregio alle regole e al corretto sistema di relazioni industriali previste dal CCNL applicato. Il colosso di Seattle deve prendere atto, suo malgrado, che il Sindacato fa parte della storia e del percorso costituente del nostro Paese e con questo deve confrontarsi, in Italia". 

Sul tavolo, temi ormai noti per la categoria: carichi e ritmi di lavoro, contratto e turni, inquadramento professionale, buoni pasto, indennità (anche per il Covid), garanzie per la salute e stabilizzazione dei precari. 

Intanto, i sindacati hanno scritto ai cittadini per spiegare le ragioni della protesta: "Scioperano le persone che, mai come in questo ultimo anno, ci hanno permesso di ricevere nelle nostre case ogni tipologia di merce in piena comodità. Un esercito composto da circa 40 mila lavoratori e lavoratrici che non si ferma mai. Lavoratori e lavoratrici “indispensabili”, così vengono continuamente definiti da tutti, ma come tali non vengono trattati. E ciò avviene in un settore in totale e continua espansione e in un’azienda il cui proprietario è tra i 5 uomini più ricchi al mondo".

E da Filcams Cgil commentano: "Anche in Piemonte, sul fronte dell’occupazione, molta enfasi è stata data al numero dei posti di lavoro creati da Amazon, soprattutto in un momento di grave crisi come quello che stiamo vivendo, ma la crescita esponenziale di Amazon ha un rovescio della medaglia: infatti, i ritmi di lavoro sono spesso insostenibili, il turn over molto alto, il ricorso ad appalti e subappalti spesso non adeguatamente sorvegliato. Crescono gli occupati ma crescono anche i problemi di chi lavora e il bisogno di sindacato, mentre Amazon si è dimostrata, nei fatti, molto diversa dall’immagine edulcorata che quotidianamente tenta di diffondere nel nostro Paese".

 

Dal corrispondente a Torino