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Attualità | 04 aprile 2021, 09:10

Pasqua di Speranza, si ispira a Dante il messaggio di auguri del vescovo

Monsignor Brambilla: “La speranza è un aspettare con certezza la beatitudine della vita in Dio”

Pasqua di Speranza, si ispira a Dante il messaggio di auguri del vescovo

È da poco trascorso il DanteDì e il messaggio di auguri di Pasqua del vescovo di Novara ai fedeli della diocesi prende spunto dal XXV Canto del Paradiso della Divina Commedia.

Scrive monsignor Franco Giulio Brambilla: “La speranza – canta il sommo Dante – è un aspettare con certezza la beatitudine della vita in Dio: un’attesa operosa che è il gioco tra la gra­zia di Dio e l’agire dell’uomo, come dice il nostro grande novarese Pier Lombardo: «Spes est certa expectatio futurae beatitu­dinis, ve­niens ex Dei gratia et ex meritis praecedentibus (Summa Senten­tia­rum, III, 26). Conoscere con la fede del Poeta la beata speranza è l’augurio per questa Pasqua di risurrezione. Scenda la pioggia sul nostro cuore, come balsamo che consola, in questo tempo di tristezza e scoramento, e possa rifluire sui nostri cari, su coloro che medicano le nostre malattie e le nostre ferite, su chi cura la nostra anima e la nostra mente, sulle persone sole e su quelli che faticano a sperare. Buona Pasqua!”

Questi i versi danteschi cui si è ispirato il vescovo per il suo messaggio augurale.

«Spene», diss’io, «è uno attender certo
de la gloria futura, il qual produce
grazia divina e precedente merto.

Da molte stelle mi vien questa luce;
ma quei la distillò nel mio cor pria
che fu sommo cantor del sommo duce.

Sperino in te’, ne la sua teodìa
dice, ‘color che sanno il nome tuo’:
e chi nol sa, s’elli ha la fede mia?

Tu mi stillasti, con lo stillar suo,
ne la pistola poi; sì ch’io son pieno,
e in altrui vostra pioggia repluo».


E dissi: «La speranza è attendere con certezza
la beatitudine futura, che viene dalla grazia di Dio
operante nell’agire virtuoso dell’uomo.

Da molte stelle mi viene la luce della speranza:
ma colui che per primo la distillò nel mio cuore
fu il sommo Davide cantore dell’alta bellezza

Prega nella sua divina poesia: “Sperino in Te
coloro che conoscono il tuo santo nome” (Sal 9,11);
ma chi non lo sa, se ha la fede del poeta?


Tu me la infondesti poi, con il suo stillare speranza,
nella Lettera [di Giacomo], così che ne sono colmato
tanto che la vostra acqua su altri posso infondere».

(Paradiso, XXV, 67-75)

Redazione

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