Coi suoi fianchi rocciosi che precipitano per centinaia di metri sulla valle selvaggia, incute un certo rispetto. Il Pedum è la montagna simbolo della Val Grande. Da qualunque lato la si osservi, si presenta con un aspetto arcigno, a protezione della sua vetta, che sembra irraggiungibile. In effetti la salita ai 2111 metri del Monte Pedum, ancorché per la via normale, è tutt’altro che una passeggiata ed è riservata esclusivamente ad escursionisti esperti. A scoraggiare ci pensa già l’avvicinamento, con oltre tre ore di cammino dalla Valle Loana, sulle alture di Malesco, per arrivare alla Bocchetta di Campo da cui inizia la vera e propria avventura con la discesa nella valle di Campo e la risalita dell’unico versante possibile della montagna. Già, perché dagli altri lati il Pedum s’inabissa direttamente sulle selvagge vallate valgrandine con pareti rocciose che non ora – con le regole di tutela del Parco – non è neppure più possibile scalare, trattandosi della zona di Riserva Speciale Integrale.
Il Pedum, questa montagna mblematica della Val Grande, è un caposaldo orografico, geografico, paesaggistico tra Alpi e Prealpi; intorno ad esso vi è costituita,infatti, la prima riserva naturale Integrale delle Alpi; cardine di una zona di accesso difficoltoso, ricca di acque, boschi di conifere e latifoglie plurisecolari e racchiusa in contrafforti rocciosi sui quali sono presenti condizioni ideali di rifugio per aquile e camosci La prima salita su questa cima avvenne nel 1882. Il 20 giugno 2020 è stato completato il libro di vetta presente sulla Cima del Pedum , posizionato dalla Società Cooperativa Valgrande il 30 settembre del 2012.
"Lo abbiamo analizzato con cura ed abbiamo ricavato diversi dati interessanti" spiegano dalla cooperativa -. In questo lasso di tempo abbiamo contato 1201 persone che hanno firmato il libro di vetta. Il 2017 è stato l’anno in cui la stagione escursionistica è iniziata prima, ovvero il 27 maggio, mentre il 2015 quella finita per ultima, il 28 dicembre". Interessante la tipologia degli escursionisti, come si desume scorrendo le pagine del libro di vetta: "Sappiamo che 998 su 1201 provengono dall’Italia, dei quali 355 abbiamo la certezza che provengano dalla provincia di Verbania. Al secondo e terzo posto – spiegano ancora dalla Cooperativa Valgrande - per provenienza abbiamo le province di Milano e Varese. Per quanto riguarda i turisti stranieri la maggior parte arrivavano da Germania ( circa 100) e Svizzera ( circa 80). L'escursionista che proveniva da più lontano era un Neo-Zelandese". Date che snocciolate ad una ad una, rappresentano importanti tasselli atti a ricostruire il mosaico della storia di questa montagna ricca di fascino; la montagna, per eccellenza, simbolo dell’area selvaggia più vasta d’Italia.