Acconciatori ed estetiste: è allarme rosso. La denuncia arriva da Confartigianato Imprese Piemonte Orientale. E mentre la petizione unitaria per chiedere l’apertura di acconciatori ed estetiste veleggia verso quota 50mila adesioni, le attività sono preoccupate per i prossimi giorni di zona rossa.
“Siamo allo stremo -denunciano Gianni Torraco e Giulia Luan, rappresentanti di mestiere di Confartigianato per acconciatori ed estetiste- tenere chiusi i nostri saloni vuol dire per molti di noi la certezza di non riaprire più”.
“Abbiamo scritto ai prefetti di Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli per segnalare come il malumore e lo scoramento siano ormai a livelli di guardia “ spiega Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale “A fronte di acconciatori ed estetiste chiuse, abbiamo rilevato assembramenti nelle attività commerciali aperte e tranquille scampagnate per la recente festività pasquali: chi lavora in sicurezza, come gli acconciatori e le estetiste, deve poterlo fare”.
“Da sempre lavoriamo in sicurezza, una soglia di guardia che abbiamo innalzato proprio per prevenire la pandemia, adeguandoci a rigidi protocolli di sicurezza che sono una garanzia per noi, i nostri collaboratori e la clientela: gel ,distanziamenti, dispositivi di protezione, appuntamenti scaglionati … insomma, se c’è un luogo sicuro questo è il laboratorio di un acconciatore o di una estetista” spiegano Luan e Torraco.
E mentre gli artigiani sono al limite, gli abusivi … gongolano: nessuna protezione, lavoro a domicilio, nessun documento fiscale, nessuna qualifica, nessuna iscrizione in Camera di commercio, niente tasse. Per loro la chiusura degli artigiani veri è una vera benedizione.
“Per il tramite dei Prefetti chiediamo al Governo di intervenire, di riaprire i parrucchieri e le estetiste in zona rossa, non possiamo permettere che migliaia di aziende spariscano -denuncia Michele Giovanardi, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte orientale- non è solo una questione economica ma un vero allarme sociale, di tenuta delle nostre comunità”.