Regione - 15 aprile 2021, 12:00

Gioco d’azzardo: in consiglio regionale è scontro aperto tra maggioranza e opposizione

A maggio scadrà la proroga concessa ai centri scommesse che dovranno adeguarsi alle norme del 2016 o chiudere

Ventimila emendamenti, poi saliti a 50 mila come avete letto su VcoNews, per fermare il disegno di legge sul gioco d’azzardo che modifica la norma del 2016 voluta dall’allora giunta Chiamparino. Uno sbarramento mai visto. Numeri allucinanti.

Lavori in salita, dunque, per il ddl, primo firmatario il leghista Claudio Leone, approdato ieri in aula a Torino e che troverà ostruzionismo feroce da parte delle opposizioni consiliari. Si preannuncia una discussione lunghissima, di giorni e giorni, anche perché è stato saltato il passaggio in Commissione. Ma c’è fretta.

Il centro destra cerca, infatti, l’approvazione entro il 21 maggio prossimo, giorno in cui scadrà la proroga concessa ai centri scommessi per adeguarsi alle norme di sei anni fa.

“Noi siamo convinti di rappresentare tanti lavoratori che rischiano il posto – ha detto al Tg3 il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni – stiamo parlando di 5 mila persone, 5 mila famiglie, che lavorano nella legalità”. Stiamo lavorando – ha fatto eco il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Bongioanni - nel rispetto del diritto d’impresa e facendo attenzione ai lavoratori piemontesi, che non diventino vittime del gioco”. Per le minoranze non è così. “Questa legge del 2016 non regolamenta il gioco d’azzardo, ma il gioco d’azzardo patologico. Il centro destra mette davanti l’interesse delle lobbie da un lato, e gli interessi economici alla salute pubblica dei cittadini”, ha denunciato Diego Sarno, consigliere regionale del partito democratico, mentre la collega Sarah Disabato del Movimento 5 Stelle ha dichiarato: “Questo è un momento storico in un cui un simile blitz non è accettabile, soprattutto perché ci sono tanti cittadini fragili che potrebbero cadere nella rete del gioco d’azzardo patologico”.

Fin qui le dichiarazioni politiche e il braccio di ferro tra le parti. L’annunciata stretta sul gioco d’azzardo, mentre anche ieri le associazioni di categoria sono scese in piazza rimarcando come in soli quattro anni il settore abbia perso in Piemonte 1.500 posti di lavoro, prevede che entro il 21 maggio prossimo dovranno abbassare la serranda tutte le sale piemontesi che non saranno in grado di rispettare il “distanziometro”, ovvero 300 metri di distanza appunto, che diventano 500 per i Comuni con oltre 5 mila abitanti, dai luoghi cosiddetti sensibili, quali scuole, chiese, ospedali e non solo. “Ma noi – ha spiegato un esercente a VcoNews – rappresentiamo un avamposto contro l’illegalità. Chi varca la soglia delle nostre sale, che spesso poi sono annesse ai bar o alle tabaccherie, sa di dover rispettare le regole. Noi gestori siamo perciò molto attenti alle leggi – sottolinea – non foss’altro perché teniamo al nostro lavoro e non vogliamo grane. Dovrebbero mettere in croce quelli che favoriscono il business illegale, mica noi altri. Qui o si fa qualcosa – conclude l’esercente – oppure da maggio in avanti saremo costretti a licenziare i dipendenti, e dopo di che toccherà a noi perdere il lavoro”. Intanto da un report della Guardia di Finanza emerge un dato che fa riflettere: “I soggetti verbalizzati in Piemonte sono passati dai 284 del 2016 ai 799 del 2019, con un incremento del 181%. In forte crescita, rispetto al 2016, il numero di apparecchi sequestrati”.

 



Redazione