Il bilancio consuntivo cantonale 2020, licenziato nei giorni scorsi dal Consiglio di stato, si chiude con un disavanzo di 165,1 milioni di franchi svizzeri per effetto della pandemia. E la Lega dei Ticinesi torna a chiedere di bloccare i ristorni fiscali prelevati in busta paga ai lavoratori frontalieri: “Il Cantone non può più permettersi di regalare ai Comuni di frontiera italiani circa 90 milioni l’anno. Cantoni a noi vicini ricevono centinaia di milioni di perequazione intercantonale mentre a noi solo le briciole”. L’altra soluzione suggerita dalla Lega per riassestare i conti è la riforma della spesa pubblica per il personale “necessaria per permettere al governo di gestire l’amministrazione secondo criteri di equità e di efficienza”.
L’altro partito di destra, l’Udc, questa volta non di unisce alla Lega sui ristorni ma punta sui criteri di gestione del bilancio: “La pandemia non fa altro che mettere in luce con anticipo quello che da anni noi andiamo ripetendo: si sono ottenuti alcun pareggi nei conti ma i risanamenti non sono mai stati fatti”.