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Domodossola | 19 giugno 2021, 12:40

Domodossola, è il giorno della festa patronale

Anche quest'anno la messa principale delle 20.30 in onore dei Santi Gervaso e Protaso non sarà in chiesa. La celebrazione si terrà nel parcheggio dell'ospedale

Domodossola, è il giorno della festa patronale

Il 19 giugno è il giorno della festa patronale di Domodossola. Anche quest'anno, come già avvenuto lo scorso anno, la messa principale delle 20.30 in onore dei Santi Gervaso e Protaso non sarà in chiesa. La celebrazione si terrà nel parcheggio dell'ospedale. Li sarà allestito il palco e saranno posizionati l'altare e i santini. Un modo per permettere il distanziamento tra i fedeli che per l'occasione giungono sempre numerosi, per ringraziare medici, infermieri ed oss impegnati nelle cure dei malati, per pregare per le vittime e per la fine della pandemia. La patronale rappresenta per il parroco l'occasione per proporre all'attenzione dei fedeli alcune riflessioni e per invitarli a buone pratiche.

Le riflessioni che vengono proposte quest'anno si focalizzano sugli effetti della pandemia sulla fragilità umana e sull'attualità del vangelo.

“Il messaggio dei patroni della città di Domodossola, che ha attraversato i secoli, sembra essere ancora più attuale e incisivo.

La voce di Gervaso e Protaso – dice il parroco - che hanno annunciato la carità, spesso richiamando con forza le coscienze di coloro che governavano e avevano il potere di decidere affinché “vedessero” le sofferenze e le ingiustizie dei più deboli e dei più fragili. Sono stati per il loro tempo interpreti e testimoni dello Spirito che, allora come oggi, rende sempre attuale il Vangelo.

“La parola che più abbiamo sentito ripetere in questo tempo è stata “fragilità”. Abbiamo capito – prosegue il parroco - e constatato con mano che siamo fragili: come singoli e come società, come economia e come sistema pubblico, come creato e come Chiesa. Abbiamo pagato e stiamo pagando un prezzo alto a questa fragilità, e per alcuni è stato un prezzo molto doloroso. Qualcosa di inaspettato e impensabile ha messo in difficoltà il nostro sistema sanitario e tutta la nostra organizzazione politica ed economica.

Cosa suggerisce il Vangelo per interpretare questa esperienza di fragilità?

Il Vangelo ci ricorda che siamo creature. Ci ricorda che non siamo Dio: saremo simili a Lui, lo vedremo così come Egli è, ma noi non siamo Dio. Vivremo la vita eterna in Dio, ma non prima di attraversare il mistero impenetrabile della morte. Non siamo onnipotenti.
Ma, nello stesso tempo, come dice san Paolo, lo Spirito, che anima il Vangelo, grida dentro ciascuno di noi “Abbà, Padre”: ci ricorda dunque che siamo creature, ma anche figli del Creatore, figli di Dio che è Padre, e che si prende cura di tutte le creature, nel momento della prosperità e nel momento della fragilità.. E non le lascia in balia della morte, perché le chiama alla vita per sempre. Questa voce del Vangelo, risuonante nella coscienza, muta il nostro sguardo e il nostro rapporto con la fragilità. Depotenzia l'angoscia disperante che la fragilità può ingenerare dentro di noi. I Santi Gervaso e Protaso benedicano e proteggano la nostra città, e intercedano affinchè lo Spirito Santo illumini le nostre menti”.

Mary Borri

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