Sanità - 12 luglio 2021, 19:00

''Riaprire i reparti chiusi per l'emergenza covid''

Non solo l'Ossola, il Cusio e il Verbano ma anche altre zone del Piemonte pressano Regione e asl per riattivare i servizi 'congelati' durante la pandemia

Non solo Domodossola, ma anche in altre parti del Piemonte c’è malumore per il perdurare della chiusura dei punti nascita o di altri servizi sanitari ospedalieri. Dopo i due parti inusuali di Domodossola (uno al dea e l’altro addirrittura nel piazzale antistante il dea) con le lamentele dei sindaci di Domodossola e Crevoladossola altre proteste si levano da altre parti.

In primis da Courgné.  «I pronto soccorsi del territorio chiusi durante la pandemia avrebbero dovuto già riaprire. Ci è stato detto che non è possibile farlo perché manca il personale. Sembra una barzelletta ma è la triste realtà» denuncia Beppe Pezzetto, sindaco di Cuorgnè che anche lui come i sindaci Pizzi (Domodossola) e Ferroni (Crevoladossola) lotta per far riaprire il servizio di primo intervento del paese del Canavese, chiuso ormai da un anno. Sottolinea che nel Canavese per essere curati si debba andare a Ciriè, Ivrea o addirittura Chivasso.

Il sindaco ha dato il via a una raccolta firme per chiedere la riapertura del pronto soccorso

Ma anche a Pont Canavese, il sindaco Bruno Riva si dice stanco della situazione ed ha scritto all’assessore alla sanità Luigi Icardi e al direttore generale dell’Asl To4.

E non dimentichiamo che nella nostra Provincia anche da Omegna e Verbania si chiedono garanzie sulla riapertura del punto di primo soccorso e dei servizi ospedalieri chiusi per far fronte all’emergenza covid.

Ora si aspetta che le asl e la Regione battano un colpo.

Renato Balducci