Nello spazio di una sola generazione l’Italia ha perso più di un terreno agricolo su quattro seguendo un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa del 28% delle campagne che storicamente rappresentano l’immagine del Belpaese nel mondo insieme alle città d’arte e garantiscono la sovranità alimentare del Paese in un momento difficile per l’emergenza Covid. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti diffusa in occasione della Giornata mondiale del suolo.
In Piemonte il consumo di suolo complessivo è di circa 175.000 ettari pari quindi al 6,9% della superficie totale regionale che è di 2.540.000 ettari.
“Alla luce di questi dati e in seguito all’incontro regionale relativo al Piano Energetico Ambientale ribadiamo – evidenziano sottolineano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale - come la mancanza di terra fertile non pesi solo sugli approvvigionamenti alimentari, ma anche sulle questioni ambientali. Dal 2012 ad oggi il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire, infatti, l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei territori con danni e vittime. Posizionare il fotovoltaico su terreni agricoli significa che non ci saranno più terreni da coltivare ed accelereremo la perdita di biodiversità. Il suolo vocato all’agricoltura appartiene agli agricoltori e la multifunzionalità energetica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell’azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali. Il consumo di suolo agricolo, destinato al fotovoltaico a terra, minaccia il futuro delle nuove generazioni di agricoltori. Motivo per cui Coldiretti Giovani Impresa ha lanciato la petizione contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole con la raccolta di quasi 150 mila firme tra Ministri, Segretari di partito, Assessori e rappresentanti delle forze economiche e sociali. Occorre ora – concludono - anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Senato, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.