Attualità - 27 dicembre 2021, 09:30

Differenza tra mascherine: chirurgiche, FFP2 e FFP3

ome dispositivi che permettono di tenere sotto controllo il contagio

Durante questo lungo periodo di emergenza sanitaria dovuto al Covid-19, un virus sconosciuto che ha messo in ginocchio tutto il Mondo, si è parlato molto di mascherine come dispositivi che permettono di tenere sotto controllo il contagio. 

Infatti, le mascherine sono dei dispositivi di protezione personale (DPI) che, coprendo naso e bocca, permettono di limitare il diffondersi del virus attraverso i cosiddetti droplets, ovvero le goccioline di salive che si disperdono nell’aria e che vengono emesse quando si parla.

Non tutte le mascherine sono uguali e sono presenti diverse tipologie, da quelle chirurgiche, a quelle FFP2 e FFP3 che si distinguono tra loro per avere caratteristiche ben precise. C’è ancora molta confusione sul meccanismo di funzionamento di questi dispositivi di protezione e, poiché ci sono stati casi anche di contraffazione e di mascherine non realmente efficaci nel proteggere dal contagio, è bene scegliere modelli di mascherine made in Italy, certificate e prodotte secondo gli standard vigenti. 

Mascherine chirurgiche, le caratteristiche

Le mascherine chirurgiche prendono questo nome perché, come si evince, sono utilizzate principalmente dai chirurghi in sala operatoria per garantire un ambiente sterile. Si tratta di DPI realizzati in un tessuto particolare che non aderiscono al viso, ma coprono solo naso e bocca: per questo, la loro protezione è piuttosto limitata per chi le indossa, mentre riescono comunque a contenere l’emissione verso l’esterno di secrezioni respiratorie, goccioline e particelle infettanti. La capacità filtrante delle mascherine chirurgiche è di circa il 20% all’interno, ovvero per chi le indossa e del 95% verso l'esterno.

Qual è la differenza tra mascherina FFP2 e FFP3

Per garantire una maggiore protezione, durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, sono state largamente impiegate le mascherine contrassegnate dalla sigla FFP e un numero. Si tratta di dispositivi di protezione individuale che riescono a proteggere sia chi le indossa sia gli altri che sono presenti nell’ambiente. In base alla capacità di filtrare i microrganismi, queste mascherine vengono chiamate FFP1, FFP2 o FFP3.

Quindi, la principale differenza tra mascherine FFP2 e FFP3 è la percentuale di particelle che riescono a fermare: i modelli con la sigla FFP2 riescono a filtrare circa il 94% delle particelle disperse nell’ambiente con dimensioni di 0,6 μm, mentre le mascherine FFP3 offrono una protezione molto elevata perché garantiscono il 99% di protezione dalle particelle con dimensioni fino a 0,6 μm.

A volte, poi queste tipologie di mascherine come le FFP2 e FFP3 sono dotate anche di una valvola. In realtà, la presenza di questo elemento non influisce sulla capacità di filtrare i microrganismi all’interno, ma bensì ha la funzione di migliorare la respirazione di chi le indossa. Soprattutto se devono essere tenute per molto tempo, per motivi di lavoro, ad esempio, avere una mascherina con valvola potrebbe rendere più sopportabile il DPI, così come nel caso di persone che hanno difficoltà di respirazione. Attenzione però perché le mascherine FFP2 e FFP3 con valvola non sono efficaci nel filtrare i microrganismi verso l’esterno e garantiscono protezione solo a chi le indossa. 

Quando si acquista una mascherina FPP2 o FPP3, inoltre, bisogna fare attenzione anche alla sigla che è presente sul lato e al codice riportato per assicurarsi che siano a norma. Per questo, è meglio scegliere mascherine made in Italy.