E ora che si fa sulla questione idroelettrico? E' la domanda che ci si pone dopo l'uscita di Matteo Salvini di ieri: “Chiedere un contributo per le necessità del Paese a quelle società che con l’idroelettrico stanno straguadagnando, offrendo in cambio un allungamento delle concessioni”.
Una dichiarazione che va in direzione opposta a quanto approvato nell'ottobre del 2020 a Palazzo Lascaris su spinta proprio della Lega di Salvini. “Un provvedimento rivoluzionario, molto positivo anche per le casse del Piemonte perché arriveranno decine di milioni di euro con una sorta di compensazione ambientale per le zone montane” sottolineava soddisfatto nel 2020 Alberto Preioni. La Lega sia in Piemonte sia in Lombardia aveva percorso la strada di nuove gare e non proroghe per le concessioni scadute. Ma ora le parole di Matteo Salvini contrastano quella linea presa dal suo stesso partito.
"Tassare gli extraprofitti? Siamo liberali, non si cambiano le norme in corso. Le patrimoniali non mi piacciono, sull'idroelettrico non mi sento di imporre ex novo tasse, ma chiamare al tavolo quelle aziende per un contributo lo farei domani mattina, magari per un contributo in cambio di un allungamento delle concessioni" dichiarava ieri il Capitano. Una proposta per portare a Roma i soldi che servirebbero a calmierare il 'caro bollette'.
E le parole di Salvini hanno offerto oggi un bell'assist ad Enrico Borghi, il deputato ossolano che nei giorni scorsi come membro del Copasir si è occupato anche di idroelettrico, ma che nei mesi scorsi aveva aspramente criticato la linea della Lega in Piemonte e Lombardia.
“È evidente come ci sia una contraddizione con l’impostazione, tramutata in legge, del Piemonte e delle Regioni governate dalla Lega e la linea dettata ora da Salvini, che si deve essere reso conto che quel gli dicevano i suoi era una cosa profondamente sbagliata” sottolinea Borghi.
“Noi lo sosteniamo da tempo. Solo che noi sosteniamo come le risorse finanziarie che deriverebbero dalla proroga delle concessioni dovrebbero rimanere sui territori, Salvini dice invece che i soldi devono andare allo Stato. Alla faccia dell’autonomia predicata dalla Lega e bandiera di questa legislatura regionale piemontese”.
Sulla questione è intervenuta anche Claudia Porchietto, vicepresidente dei deputati FI e responsabile nazionale Attività produttive del movimento azzurro.
"Oltre 4.000 impianti e circa 15.000 addetti, che assicurano circa il 20% della produzione totale di energia elettrica e oltre il 40% della produzione da fonte rinnovabile necessaria al Paese. Sono i numeri del comparto idroelettrico italiano, che rappresenta un settore fondamentale per l'economia nazionale e – come evidenziato anche dal Copasir nella recente 'Relazione sulla sicurezza energetica nell'attuale fase di transizione ecologica' – ricopre un 'ruolo centrale per la sicurezza e l'autonomia nel settore energetico, per il raggiungimento degli obiettivi del Green New Deal e per la competitività dell'Italia'. Le numerose incertezze geopolitiche connesse all'approvvigionamento di energia, a partire dall'incremento dei prezzi del gas, ci impone di guardare all'idroelettrico con ancor più attenzione e consapevolezza della sua centralità. Oggi, più che mai, gli elementi di forza presenti nel nostro sistema energetico vanno difesi e valorizzati, partendo proprio dall'idroelettrico che costituisce una fonte energetica pulita di importanza strategica nel mix energetico nazionale e rappresenta uno degli ambiti nei quali il nostro Paese può contare numerose filiere di eccellenza. Importante che la politica e Governo dedichino le giuste attenzioni su questo fronte".