Attualità - 30 marzo 2022, 19:00

Chi sta nella stanza dei bottoni prenda coraggio e faccia chiarezza sul futuro degli ospedali del Vco

Sono oltre 20 anni che destra e sinistra ci girano intorno, in tutto questo tempo cusiani, ossolani e verbanesi hanno comunque trovato un modo per pensare alla loro salute..... spesso fuori provincia

Oltre 600mila euro per lo spostamento della linea del metanodotto nell'area individuata dai sindaci ossolani due anni e mezzo fa. Trenta mesi stimati da Snam per l'intero iter. Questo il succo della lettera inviata da Snam al Comune di Domodossola circa il parere sulla costruzione in quell'area del nuovo ospedale.

Il costo era già stato ampiamente annunciato in diverse occasioni dal sindaco domese, che aveva ipotizzato più di mezzo milione di euro per lo spostamento del metanodotto.

Altro discorso sono le tempistiche, ma anche qui non si può certo fare i conti senza l'oste....

Certo perchè, come per il tema degli espropri dei terreni, il Comune domese rimane con le mani legate. Come scritto nero su bianco da Snam e come sottolineato più volte dal sindaco Pizzi per gli espropri ai privati: “....senza un accordo di programma tra Comune e Regione non si può procedere”.

Quindi, come qualcuno sottolinea in queste ore, la lettera di Snam sembra un'ulteriore tassello di una battaglia politica messa in atto tra la Regione e il Comune di Domodossola.

Finchè la Regione non dirà, anzi viste le giravolte torinesi degli ultimi due anni, non scriverà in un atto ufficiale cosa intende fare per la sanità del territorio della nostra Provincia, non si potrà pianificare nulla e non si potrà procedere.

Di certo ci sono tre punti fondamentali, che piacciano o non piacciano alla politica e alla popolazione.

I sindaci ossolani si sono espressi oltre due anni fa come richiesto dal governatore Cirio e dall'assessore Icardi, individuando quell'area come idonea alla realizzazione dell'ospedale nuovo.

I fondi pubblici (130 milioni di euro dell'Inail) ci sono. Quindi un intervento da 600mila euro, che rappresentano lo 0,50% circa del costo dell'intera opera, non possono rappresentare un problema considerati i costi medi di un'urbanizzazione.

E ultimo, ma diremmo fondamentale punto per il futuro sanitario del territorio: il mondo della sanità del Vco si è pronunciato chiaramente “....senza un nuovo ospedale, la sanità del Vco è destinata a spegnersi”. Spegnersi perchè il mantenimento dell'attuale situazione non è più sostenibile economicamente, spegnersi perchè nessun medico è disposto a venire a lavorare in queste condizioni (lo dicono i bandi che vanno deserti e l'alto numero di gettonisti a cui Asl Vco deve ricorrere sempre più di frequente).

Insomma il futuro sono due o tre ospedali rappezzati alla bene meglio? Oppure un nuovo ospedale in un'altra collocazione? O il mantenimento solo del Castelli e del San Biagio con la privatizzazione in toto di Omegna?

Chi sta nelle stanze dei bottoni forse è ora che prenda coraggio e faccia chiarezza senza più battagliare a suon di comunicati o annunci solo per arrivare alla pancia della gente che torna utile in quei pochi minuti dentro ad un seggio elettorale.

Sono oltre 20 anni che destra e sinistra ci girano intorno, in tutto questo tempo cusiani, ossolani e verbanesi hanno comunque trovato un modo per pensare alla loro salute, e purtroppo in molti casi lo hanno fatto in altre province e in altre regioni. E nei tre ospedali per oltre 20 anni abbiamo visto passare ottimi professionisti che purtroppo non vedendo una progettualità per la loro professione hanno preferito cercarla altrove.....

Redazione