Confine - 04 maggio 2022, 18:30

“Infermieri italiani in fuga per lavorare in Canton Ticino: numeri allarmanti”

De Palma (Nursing Up): “Sono attirati da una paga dignitosa e da una considerazione organizzativa che in Italia sono ancora pura utopia”

"Esodo" degli infermieri italiani verso il Ticino, che si dimettono dalle strutture sanitarie delle località di confine attratti da buste paga più pesanti e da una struttura organizzativa e condizioni di lavoro migliori. A distanza di qualche mese il sindacato delle professioni infermieristiche Nursing Up torna a segnalare un problema che rischia di creare ulteriori criticità nel nostro sistema sanitario.

“Solo nel 2021 sono stati ben 283 i dipendenti che hanno abbandonato volontariamente la professione. Di questi oltre un centinaio, 'hanno passato il confine' e hanno scelto in questi mesi di diventare frontalieri. Nel settore sociosanitario del Ticino, che occupa in totale quasi 16mila dipendenti, 4300 sono i frontalieri. Di questi il 70% si compone di italiani (per la maggior parte lombardi) che si recano in Svizzera, attirati da una paga dignitosa e da una considerazione organizzativa che in Italia sono ancora pura utopia” spiega il segretario nazionale del sindacato degli infermieri Antonio De Palma.

“Lo stipendio di un infermiere professionista, con pochi anni di esperienza in un ospedale del Ticino si aggira intorno a poco meno di di 5.060 euro lordi (a questi dobbiamo togliere le tasse che in Svizzera, non sono cosa da poco). Sono paghe dignitose anche se i lavoratori vivessero in Svizzera, rispetto ai 1400/1500 euro netti italiani. Anche gli infermieri svizzeri, per essere chiari -precisa De Palma-, durante l’emergenza, hanno pagato stress, turni massacranti e carenza di personale. Ma da noi, lo sappiamo bene, l’inferno quotidiano ha toccato ben altri livelli di gravità”.

“Ricordiamo al Presidente del Comitato di Settore Regioni Sanità Davide Caparini -chiosa De Palma-, l’impegno assunto durante i colloqui qualche settimana fa, e quindi ogni sostegno per l'adozione di un atto di indirizzo che consenta l'impiego delle risorse aggiuntive stanziate dalla legge, per una reale valorizzazione degli infermieri e delle professioni sanitarie. Non serve in tal senso ricordare che, senza tale atto ormai urgente, non si potrà procedere con la definitiva chiusura delle trattative in corso”.


Redazione