Quella dei giochi di carte è una storia lunga e affascinante, che affonda le sue radici sin dal secolo VIII, quando, così come sostengono alcuni esperti, in Cina, successivamente all’invenzione della carta, vennero create alcune tessere di forma rettangolare e quadrata che, presumibilmente, attraverso ideogrammi complessi dovevano indicare una cifra o un numero. Queste “carte cinesi” ben presto si trasformarono nelle tessere del moderno gioco del Mah Jong (ma anche del domino), fino a sbarcare nel vecchio continente qualche secolo più tardi grazie ai mercanti che percorrevano le vie della seta.
Di qui, lo sviluppo e la diffusione delle carte da gioco che conosciamo, da quelle regionali italiane a quelle francesi, passando per le più moderne carte collezionabili, un must per migliaia di giovani e non.
Oggi i grandi classici del tavolo verde, dal poker al blackjack fino al baccarat, sono diventati addirittura una disciplina sportiva, con tanto di scuole di formazione e accademie che ogni anno sfornano i campioni del futuro. Perché come detto, i giochi di carte sopra citati richiedono, oltre alla bravura, una solida concentrazione e una vasta conoscenza delle regole e delle strategie più famose, elementi che si possono anche trovare online su alcune piattaforme specializzate in consigli sul poker come PokerStars.
Nel particolare, i primi riferimenti europei alle carte da gioco risalgono al 1370. Oltre ai comuni del centro Italia (da Firenze a Siena passando per Viterbo), testimonianze del gioco delle carte a quell’epoca sono stati ritrovati in Catalogna ma anche in Francia, Germania e Svizzera. I disegni che comparivano su queste tessere erano molto curati; d’altra parte quella fu l’era d’oro delle miniature, arte molto ammirata e apprezzata (oltre che costosa).
Con il Rinascimento italiano i giochi di carte diventarono sempre più popolari e la produzione delle stesse più veloce. Addirittura si producevano mazzi di carte per collezionisti, confezioni speciali che venivano lasciati anche come forma di eredità nelle famiglie più abbienti.
Intorno al XVI secolo, poi, cominciò a delinearsi l’attuale sistema di semi che conosciamo. Tre furono i maggiori filoni, quello latino (che includeva anche le carte napoletane), il più noto francese e quello germanico (di uso ancora nelle regioni dell’Italia settentrionale).
Come detto, il sistema di semi francese è diventato lo standard per i più famosi giochi di carte a livello mondiale. Il gioco del poker, ad esempio, si gioca con le carte francesi, anche se la sua origine, al contrario di quanto si possa pensare, non sarebbe da ricercarsi nella Francia del XIX secolo.
Qualche secolo prima, infatti, nell’antica Persia (il moderno Iran), si era soliti giocare all’As-Nas che altro non era che il poker come lo conosciamo oggi ma senza le scale. Quella tipologia di gioco divenne così famosa e popolare, anche tra i coloni britannici e francesi, che secondo i racconti venne esportata anche in Europa da dove, successivamente, partì per il continente americano dove incontrò il successo mondiale. Il poker oggi è uno dei giochi di carte più conosciuti e la sua variante del poker sportivo è praticata da milioni di persone in tutti i paesi. Vengono organizzati tornei e competizioni nel corso di tutti i mesi dell’anno. Addirittura, più volte nelle ultime edizioni è stato sollecitato l’introduzione del poker tra le discipline dimostrative dei giochi olimpici. Questo a testimonianza della diffusione di quello che oggi è diventato ben oltre un semplice gioco di carte.
Cosa ci riserverà il futuro delle carte? Senza dubbio, le moderne tecnologie applicate allo sviluppo dei nostri dispositivi mobili ci porterà a inevitabili commistioni tra i giochi di carte e la realtà virtuale e aumentata, magari nei metaversi dove potremo giocare in mondi paralleli attraverso i nostri “avatar” con decine di altre persone sparse per l’intero globo. Di una cosa, però, possiamo restare certi: i giochi di carte più popolari e antichi, quelli dei nostri nonni per intenderci (dalla briscola, alla scopa al tressette), non tramonteranno mai e, anzi, saranno sempre più praticati, anche dalle nuove generazioni.