Confine - 26 giugno 2022, 17:10

Il Gran Consiglio del Canton vallese cerca 14 milioni per la viticoltura

Per aiutare i produttori di uva che hanno sofferto gli eventi climatici

Il Gran Consiglio si prepara a svincolare 14 milioni di franchi per aiutare i produttori di uva che hanno sofferto di diversi eventi climatici, specie nell’anno 2020. 
E questo, senza che lo Stato abbia i mezzi finanziari necessari

Il deputato del PDC, Nathan Bender, primo firmatario del testo, vuole risparmiare il settore “da fallimenti a cascata o dall'abbandono di aree viticole”. Precisa: “Riteniamo che tutti i produttori di uva siano stati colpiti da casi di disagio e chiediamo al Consiglio di Stato di sostenerli versando, in via eccezionale, un importo equivalente ai pagamenti diretti 2021”. Per evitare l'estinzione di "un intero ramo", il Parlamento spera di liberare 14 milioni per i viticoltori. Il vigneto è stato infatti duramente colpito da attacchi di gelate, grandine e muffe, generando un calo della resa del 40% rispetto al 2020.

Tale aiuto verrebbe erogato secondo diversi criteri specifici dei pagamenti diretti (superfici, pendii, terrazze, agricoltura biologica).
Dal canto suo la deputata Cyrille Fauchère (UDC). "Questa annata catastrofica non deve diventare il punto di partenza per l'indebolimento della viticoltura. Serve un meccanismo semplice, veloce ed equo, che fornisce aiuti mirati”. Il 2020 è stato un anno catastrofico non deve diventare il punto di partenza per l'indebolimento della viticoltura, anche se siamo consapevoli che questi pagamenti non sono una soluzione duratura". Ma fra i Verdi insorge Corinne Card: "Questa dotazione non consente di affrontare il problema di fondo. “Questi 14 milioni non sono la soluzione se non sono accompagnati da una strategia mirata e da un piano ponderato". 

Da parte sua Christophe Darbellay, Consigliere Federale e presidente del PDC svizzero, si è detto consapevole della gravità della situazione. "Questo è il raccolto più basso dal 1966." Ciò che amputa il ramo di una rendita lorda di 85 milioni di franchi, secondo il ministro dell'Economia. Tuttavia, questi 14 milioni saranno difficili da trovare. “La pratica del doppio freno all'indebitamento implica che tale importo debba essere risarcito all'interno del dipartimento e questo non è possibile”, respira. "Non abbiamo i mezzi finanziari".

Ricordiamo che nel Canton Vallese, nel periodo 2019-2022 sono stati abbandonati 300 ettari di vigneti (fonte de la Vigne et du Vin du Valais). Un'area enorme, secondo l'emittente, se si considera che prima in 30 anni il Vallese aveva perso 500 ettari, principalmente a favore di progetti immobiliari. "Vigneti che vengono svenduti o che sono lasciati andare, che sono in un condizioni tali da essere ceduti a 1 franco simbolico per tutto un appezzamento".

"Le persone non sanno più cosa fare dei vigneti: alla luce della redditività che oggi possono dare non interessano più", spiega l'esperto. Ad essere cedute per prime sono le coltivazioni non lavorate dai proprietari: coloro che prima erano attivi in questi vigneti non vogliono più farlo, proprio per una questione finanziaria. Per molto tempo la vigna ha reso bene e molte persone vi erano attive a fianco del loro impiego normale. Poi ha cominciato a rendere meno bene e si è cominciato ad affittarla a professionisti: oggi costoro non ne hanno più bisogno, perché il consumo di vino sta calando e con le importazioni che rimangono stabili la Svizzera produce più uva di quanto riesca a vendere di vino. I vigneti meno redditizi, quelli più piccoli e meno automatizzabili, vengono abbandonati.

Walter Bettoni