L’aula della Camera ha approvato, nella mattinata di oggi, l’articolo che riforma le modalità di concessioni di grande derivazione idroelettrica, un tema da sempre molto legato ai territori montani e alle sue comunità.
Con 351 si (i partiti della decaduta “maggioranza Draghi”) e 44 No (Fratelli d’Italia e ex grillini di “Alternativa c’è”), il Parlamento ha così convertito la riforma delle grandi derivazioni idroelettriche all’interno del cosiddetto “disegno di legge Concorrenza”. Sulla base del testo, frutto di un compromesso raggiunto già al Senato tra Lega e Partito Democratico e non modificato alla Camera, le concessioni di grande derivazione idroelettrica dovranno essere messe a gara entro due anni dalla data di entrata in vigore della legge regionale di recepimento, sulla base di una serie di parametri tra cui la valorizzazione economica dei canoni concessori, gli interventi di miglioramento della sicurezza delle infrastrutture esistenti e di recupero della capacità di invaso e di altri parametri tecnici.
Di rilievo l’introduzione nel testo di una proposta, frutto di un emendamento del Partito Democratico, che stabilisce l’obbligo di “misure di compensazione ambientale e territoriale, anche a carattere finanziario, da destinare ai territori dei comuni interessati dalla presenza delle opere e della derivazione compresi tra i punti di presa e di restituzione delle acque” nonchè il mantenimento di “livelli minimi in termini di miglioramento e risanamento ambientale del bacino idrografico”. In sede di dichiarazione di voto, l’onorevole Zucconi di Fratelli d’Italia ha accusato governo e maggioranza di ledere gli interessi nazionali con questo provvedimento, che aprirebbe la porta agli interessi stranieri sulle acque italiane. L’onorevole Enrico Borghi, del Partito Democratico, è intervenuto rilevando sul piano politico la profonda divisione tra Fratelli d’Italia totalmente contraria alla norma e la Lega che ha spinto per approvarla a tutti i costi, e ha rivendicato all’azione del suo partito sia l’inserimento del grande idroelettrico nella “golden power” sia l’introduzione di misure compensative per i territori. “Si tratta -ha osservato il deputato ossolano- di un primo concreto esempio di servizio ecosistemico che regola il prelievo di un bene naturale assicurando ritorni per i territori montani dove il bene viene prodotto naturalmente. E’ la prima volta che questo elemento viene previsto dal punto di vista giuridico, ed è grazie al Pd così come per la golden power, facendo in tal senso giustizia delle chiacchiere e degli attacchi che la Lega ci ha rivolto ancora nei giorni scorsi solo per farsi un pò di campagna elettorale spicciola. E’ grazie al Pd se i territori avranno ritorni garantiti per legge”. Anche la deputata Silvia Fregolent, di Italia Viva, ha sottolineato l’azione emendativa condotta insieme con il Pd sul tema, manifestando preoccupazioni circa il rischio che il settore conosca un blocco a causa delle leggi regionali e dei ricorsi che possono innescare.