Tutti – o perlomeno quasi tutti – giocano a poker per vincere. Ma sono solo pochi quelli che ci riescono realmente. Arrivare ai tavoli finali di un torneo è già un traguardo di successo, ma se la meta ultima è la vittoria, allora il percorso verso il traguardo può essere ancora lungo.
L’obiettivo di chi arriva a sedersi a un tavolo finale deve essere quello di ottenere un piazzamento dalla terza posizione in su. Questo perché, in genere, sono i primi tre posti quelli che garantiscono le vincite più soddisfacenti e redditizie. E di sicuro, una volta arrivati alle ultime mani del torneo, non si vorrà rischiare di concludere in ottava o nona posizione.
Ma come fare, e qual è la migliore strategia da adottare per provare a eliminare gli ultimi avversari o – nella migliore delle ipotesi – per guadagnarsi la vittoria?
Padroneggiare le regole e le strategie
Padroneggiare le strategie e le regole del gioco è il punto di partenza principale per alzarsi con successo dai tavoli finali di poker. Innanzitutto, è bene sapere che il numero di player seduti a un tavolo finale può variare da un minimo di 2 a un massimo di 10 giocatori, a seconda del regolamento previsto dal torneo o dalla sala da gioco. Di norma, l’assegnazione del posto al tavolo viene decretata in maniera del tutto casuale.
Generalmente, sia le poker room terrestri sia i siti di poker online offrono la possibilità di stringere accordi (in gergo chop) tra i giocatori giunti alle ultime mani che desiderano condividere il montepremi. Questi devono tuttavia avvenire nel rispetto delle norme dell’organizzatore. Perché un deal vada a buon fine, in aggiunta, è necessario che venga condiviso da tutti i partecipanti.
Sapere quali mani giocare e quali no
Ogni giocatore che si sieda a un tavolo finale, specialmente se si tratta di un player alle prime esperienze con le ultime fasi di gioco, dovrebbe conoscere alla perfezione i punti di forza e quelli di debolezza delle carte che ha in mano. Al Texas Hold’em, la variante di poker più diffusa tra chi gioca live e online, le migliori carte di partenza sono senza dubbio A-A e K-K, ma anche Q-Q, J-J, A-K suited e T-T, A-K offsuited, A-Q suited, A-J suited e K-Q suited, ideali per rilanciare o spingere in fase pre-flop.
Le mani meno giocabili e che andrebbero per lo più evitate sono J-T, T-9, 8-7, Q-J e i vari J-9, Q-T e via dicendo. Se non si ha una eccezionale padronanza del gioco, il consiglio è quello di tenersi il più possibile distanti e di foldare mani quali Q-7, J-5, 9-3 e simili. Il motivo è molto semplice: in una maniera o in un’altra, prima o dopo, ci si troverebbe infatti ad avere a che fare con avversari che possono fare affidamento su mani decisamente migliori di quelle appena citate.
La classifica dei punteggi a poker
Venendo al calcolo dei punti, qualsiasi player anche alle prime esperienze saprà che la mano imbattibile è la scala reale (royal flush). Ce lo suggerisce uno dei siti più affidabili del mercato italiano ed internazionale, che sin dalla sua fondazione nel 1997, fa del gioco sicuro il suo punto di forza. All’interno del suo sito, è possibile mantenersi aggiornati grazie alle guide che questo operatore mette a disposizione. In particolar modo, abbiamo trovato interessante la spiegazione che viene fatta della scala colori poker, molto utile quando la si mette in pratica durante una partita.
Ecco qui di seguito un veloce riassunto delle gerarchie delle mani di poker, presentate in ordine decrescente per importanza:
scala reale: sequenza di T-J-Q-K-A tutti dii cuori, picche, quadri o fiori;
scala colori: la scala colori a poker è la seconda mano più forte,
formata dalla combinazione in sequenza numerica
di 5 carte dello stesso seme;
poker: quattro carte dello stesso valore più una carta di diverso valore;
full: un tris più una coppia;
colore: 5 carte dello stesso seme, non in sequenza numerica;
scala: 5 carte in sequenza numerica, ma di semi diversi;
tris: 3 carte dello stesso valore;
doppia coppia: due coppie di carte dello stesso valore;
coppia: 2 carte dello stesso valore;
carta alta: la carta di maggior valore in una mano dove non si
è formata nemmeno una coppia.
Come prepararsi al tavolo finale
Tenendo bene a mente che i tavoli finali sono quelli più complessi,
che possono addirittura essere considerati come un “torneo nel torneo”,
può essere utile conoscere alcune strategie per raggiungere
risultati eccellenti.
Non cambiare strategia di gioco: se si inizia a giocare con
una strategia tight aggressive piuttosto che con una
strategia loose aggressive, il consiglio è di attenersi
alla modalità prescelta.
Giocare tight: a detta di alcuni player esperti, il gioco
tight e aggressive, selezionando le mani iniziali, potrebbe
portare a risultati migliori. Giocare chiusi e con aggressività
consentirebbe infatti di approfittare della strategia loose
degli avversari.
Studiare gli avversari: avere l’opportunità di accedere
alle statistiche degli avversari o di osservare come
si sono comportati durante i tavoli precedenti può portare
vantaggi concreti. In questi casi, gli elementi
da prendere più attentamente in considerazione per capire
le strategie di gioco di un altro player sono l’aggressività,
la frequenza dei bluff e l’entità delle puntate.
Non sedersi ad altri tavoli: può capitare che il tavolo
finale di un torneo venga disputato a un giorno di distanza.
In questi casi, è preferibile non cedere alla tentazione
di approfittare della pausa per tentare qualche giocata
ai tavoli Cash game o ai tornei Sit&Go. Il rischio è quello
di sprecare inutilmente le energie e di arrivare stanchi
all’evento principale. In questi casi, un po’ di riposo non guasta.
Conclusioni
Nel poker non è possibile prevedere le mani e le giocate degli avversari. Quando ci si trova ad affrontare un tavolo finale, l’ideale è non farsi cogliere impreparati e studiare delle strategie ben definite che possano massimizzare il proprio rendimento.