Sanità - 20 dicembre 2022, 18:21

I sindaci di Villa e Piedimulera a Cirio: "Date un futuro alla nostra sanità" VIDEO

Toscani e Lana non firmano il documento per ristrutturare i due ospedali, ma chiedono alla Regione di decidere con fermezza, senza convocare ulteriori assemblee dei Sindaci che porterebbero nuovamente a spaccature e decisioni non prese

Anche il sindaco di Villadossola Bruno Toscani e quello di Piedimulera Alessandro Lana hanno deciso di mandare una lettera al presidente Cirio e all'assessore Icardi. I due primi cittadini ossolani non hanno firmato la lettera, firmata da 31 loro colleghi, nella quale si chiede di procedere con gli atti amministrativi per la ristrutturazione di San Biagio e Castelli, ma tengono una posizione neutrale.

“Decidete voi in Regione il futuro della sanità” in buona sostanza, senza però sposare la scelta del mantenimento dei due ospedali e non accantonando l'ipotesi di un ospedale unico. Difficile probabilmente per Toscani e per Lana fare retromarcia rispetto alle dichiarazioni del 2019 in aula consigliare a Domo dove entrabi si erano detti più che favorevoli al nuovo ospedale alle porte di Domodossola, progetto prospettato qualche giorno prima da Preioni, Icardi e Cirio al Tecnoparco.


Ecco il testo della lettera:

Gentile Presidente, gentile Assessore, dopo oltre 20 anni di discussioni, per lo più sterili, sul delicato tema della sanità che riguarda da vicino tutti i cittadini del Vco, è arrivato il momento di intervenire. Essendo la competenza della materia di pertinenza della Regione, con la presente siamo a chiedere — con forza e urgenza — la definizione di un progetto di riorganizzazione ospedaliera in grado di dare finalmente quelle risposte concrete e di buon senso che il territorio attende da lungo tempo. verbanesi, i cusiani e gli ossolani chiedono di potersi curare in loco, senza essere costretti ad affrontare lunghe e dispendiose trasferte per raggiungere le strutture metropolitane; chiedono servizi aggiuntivi e, soprattutto, una sanità efficiente e al passo coi tempi, con medici, infermieri e personale preparati e pagati il giusto. Chi sta in prima linea a difendere la nostra salute, va ribadito, deve ottenere riconoscimenti economici all'altezza. A causa delle sua particolare conformazione morfologica a carattere prevalentemente montano, di una parte del sistema viario vetusto, così come vetuste sono alcune infrastrutture pubbliche, il Vco merita più di altre aree piemontesi attenzioni particolari. Quelle stesse attenzioni che in questi 3 anni e mezzo di amministrazione avete dimostrato di sapere dare: basti pensare, per esempio, alla legge sui canoni idrici e alla stessa specificità montana che hanno portato milioni di euro (per sempre) al territorio. Soluzioni di buona politica grazie alle quali l'ente Provincia ha potuto rimettersi sulla retta via, saldare i debiti, pagare i fornitori e programmare interventi che mancavano da lungo tempo. Viviamo, peraltro, in un quadro complicato dalla carenza dei medici, un problema a livello nazionale, ancor più sentito nel Vco per la vicinanza alla Svizzera. Giovi ricordare che quest'estate l'Assemblea dei sindaci ha bocciato a maggioranza, una seppur fragile maggioranza, l'ospedale unico e la bozza di piano da voi proposta e si è espressa per un nuovo nosocomio provinciale senza, però, indicare quale possa essere il sito idoneo ad ospitarlo. La stessa Assemblea ha, quindi, espressamente chiesto alla Regione di assumersi la responsabilità di individuarlo in via esclusiva. Siamo una Provincia tripolare, dove ogni territorio ha qualcosa da mettere in mostra e una sua specificità da presentare. A noi pare a questo punto doveroso scendere in campo, anche per rispondere alla vostra richiesta (indirizzata per la verità al presidente della Conferenza dei sindaci dell'Asl Vco) di indicare la strada (l'ubicazione del nuovo ospedale) e per uscire dalla situazione di stallo in cui sembriamo essere, nostro malgrado, precipitati. Quello che si propone è dunque un piano articolato che dia un futuro alla nostra sanità, investendo non solo in edilizia sanitaria ma anche in medicina territoriale, a maggior ragione tenendo ben presente la specificità montana e la complessità geografica del nostro territorio. Chiediamo inoltre di decidere con fermezza, senza convocare ulteriori assemblee dei Sindaci che porterebbero nuovamente a spaccature e decisioni non prese; siamo consapevoli della difficoltà nel prendere qualsiasi decisione, ma di certo non possiamo più permetterci di perdere altro tempo in un momento storico come quello che stiamo attraversando.

Certi dell'attenzione con la quale vorrete accogliere la presente, l'occasione è gradita per porgere i nostri più cordiali saluti.

 

Redazione