Cultura - 26 dicembre 2022, 22:19

Un'opera di Camillo Procaccini protagonista al Museo Immaginario – L'École des Italiens

Appuntamento martedì 27 dicembre a Sali & Pistacchi di piazza Mercato

 

Nuova mostra flash organizzata da Museo Immaginario – L'École des Italiens e M.me Webb. Martedì 27 dicembre a Sali & Pistacchi di piazza Mercato, sarà esposta l'opera di  Camillo Procaccini "Riposo nella fuga in Egitto".

Camillo Procaccini (Parma 1561 – Milano 1629) è stato un pittore e incisore.

Acquaforte, 1593, datata e firmata in lastra, in basso a destra. Quando Procaccini incide questa lastra, nel 1593 secondo la data riportata in basso a destra, era da poco giunto a Milano, perciò l’artista ricorda la sua città di origine nella firma Bol. bolognese. L’opera è tra le sue realizzazioni più celebri.

Questa incisione rappresenta la terza versione del soggetto realizzata dell’artista. La scena è basata sul brano del Vangelo secondo Matteo 2: 13-15 I in cui si narra che un angelo apparve in sogno a Giuseppe e gli disse «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Il paesaggio è spesso una caratteristica importante nelle rappresentazioni della Fuga in Egitto, ma in questa incisione a dominare sono le figure che riempiono la scena quasi completamente. Il bambino, con l’aureola, è nel grembo di Maria, e guarda in direzione di Giuseppe che è appena dietro di loro, piegato in avanti. I volti di Giuseppe e Maria sono illuminati da una iridescenza che sembra irradiarsi dal bambino al quale guardano con espressione reverenziale.

Figlio del pittore bolognese Ercole Procaccini il Vecchio e fratello maggiore di Giulio Cesare e Carlo Antonio, entrambi pittori. Come i fratelli ebbe la sua formazione nella bottega paterna a Bologna. La prima opera certa è San Giovanni Battista alla fonte dipinto all'età di sedici anni, ora alla Galleria Estense di Modena, che mostra la formazione sui modelli di Raffaello, Michelangelo e Pellegrino Tibaldi. Negli anni ottanta del Cinquecento ottenne prestigiose commissioni di affreschi per la cattedrale di Bologna, oggi perduti, dal cardinale Paleotti. Il Cardinale, importante esponente della controriforma, impose al pittore la realizzazione delle opere in conformità ai dettami del concilio di Trento, che caratterizzeranno tutta l'opera del Procaccini. Tra il 1585 e il 1587 affrescò il presbiterio di San Prospero a Reggio Emilia, caratterizzati da una libertà e una fantasia espressiva inconsuete nell'opera del pittore. Dalla nativa Emilia si trasferì a Milano alla fine degli anni ottanta del Cinquecento al seguito del conte Pirro Visconti Borromeo, colto ed estroso personaggio che gli affidò l'incarico della decorazione del celebre Ninfeo nella Villa Borromeo Visconti di Lainate. Stabilitosi definitivamente a Milano con il padre e i fratelli, ottenne incarichi via via più prestigiosi che culminarono con la commissione delle ante d'organo per il Duomo, nel 1592, che lo resero uno dei pittori eminenti della città. Nella capitale del Ducato dominato dalla Spagna, divenne titolare di una bottega assai prolifica e apprezzata, veicolo della propaganda controriformista del cardinale Federigo Borromeo.