Cresce anche nel Vco l’allarme microcriminalità? Dopo gli ultimi episodi di cronaca che, a livello piemontese, hanno riportato all’attenzione un fenomeno mai sopito, sono in molti a chiederselo nel nostro territorio.
È dei giorni scorsi, per esempio, il caso di un pensionato che alla stazione di Villadossola è stato rapinato da un ventisettenne cusiano che prima gli ha rubato il cellulare e poi gli ha puntato un coltellino alla gola. Il giovane è stato subito arrestato e il malcapitato, fortunatamente, se l’è cavata solo con un grande spavento, ma l’eco della notizia non si è ancora spento. Non è l’unico episodio di cronaca recente, peraltro, ripreso dai mezzi di comunicazione locali. A Mergozzo un gambiano è entrato nel cortile di una casa mascherato da Hulk, con una roncola appesa al collo, e ha minacciato una donna. Per lui, foglio di via della durata di 3 anni. Sui social “Hulk” era stato segnalato già la sera prima del fatto, ma il ragazzo non era stato denunciato.
Nei centri urbani più grandi, vedi Torino, l’sos criminalità assume dimensioni ovviamente maggiori (connesse al numero di residenti) e ad imperversare sono le cosiddette baby gang: la violenza dei giovanissimi, italiani o stranieri. È stato chiesto a un operatore sociale dove nasce a suo giudizio il problema. “Alla base del tutto – ha risposto – c’è un problema di identità delle seconde generazioni nate in Italia. Una situazione – ha spiegato – che si può affrontare solo costruendo un senso di accoglienza comunitaria”.