A Malesco resistono le antiche tradizioni, anche quelle legate ad alcuni aspetti della fede, come il “Sepolcro” che in paese viene ancora allestito in questi giorni che anticipano la Pasqua. Per “sepolcro” s’intende l’altare o “cappella della reposizione” ed è destinato ad accogliere le “specie eucaristiche” consacrate e a conservarle sino al pomeriggio del Venerdì Santo quando, al termine della liturgia penitenziale, verranno distribuite ai fedeli per la comunione sacramentale.
Un lavoro, questo dell’allestimento del sepolcro nella chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, che richiede di essere anche un po’ “acrobati” e non soffrire di vertigini. “I tendoni e i paramenti devono infatti essere fissati ad un’altezza di quasi dieci metri; oggigiorno si usano delle scale moderne ma una volta c’erano solo quelle in legno, decisamente meno sicure e più pericolose e quindi il rischio che si correva era grande” spiega Ezio Ferrari, che auspica che anche i giovani si facciano avanti.
“Purtroppo siamo rimasti in pochissimi e tutti di una certa età – allarga le braccia Ferrari -, la speranza è che qualche giovane prenda a cuore la cosa, come sta già facendo ad esempio Massimiliano, e che gli si possa passare il testimone, affinché anche l’allestimento del sepolcro non vada a finire nell’oblio”. Ezio, Massimiliano e altri (pochi, purtroppo) parrocchiani si occupano anche di allestire annualmente a Natale un suggestivo presepe che grazie ad un gioco di specchi aumenta la profondità della scena, nonché di montare in estate anche l’antico catafalco, i cui i pannelli istoriati sono stati realizzati tra il 1845 ed il 1851. Il sepolcro di Malesco sarà visitabile fino al Lunedì di Pasquetta.