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Cronaca | 26 settembre 2023, 08:52

Delmastro, duro attacco alla mafia: “Vince lo Stato, Matteo Messina Denaro viveva sotto terra come i topi”. VIDEO

Il sottosegretario alla Giustizia: “Il boss viveva sotto terra, braccato come un topo. Come l’ultimo dei pezzenti. Dobbiamo dire ai ragazzi che la cinematografia è divertente ma non sempre rappresenta la realtà”

Delmastro, duro attacco alla mafia: “Vince lo Stato, Matteo Messina Denaro viveva sotto terra come i topi”. VIDEO

“Lo Stato è più forte, lo Stato ti intercetta, lo Stato ti bracca, ti fa vivere da topo se sei un mafioso. Lo Stato, alla fine, vince”. E’ un durissimo attacco alla mafia quello che Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia, lancia alla criminalità organizzata, nel giorno della morte di Matteo Messina Denaro.

L’occasione è la firma del protocollo “Legalità è cultura”, in Regione Piemonte. L’antimafia entra nelle scuole e ricorda ai giovani quanto sia importante rigettare le mafie: “Non a caso questo protocollo verrà dedicato a Giuseppe Montalto, agente scelto della polizia penitenziaria trucidato il 23 dicembre 1995 su mandato di Matteo Messina Denaro per non aver girato la testa dall’altra parte” ha raccontato il sottosegretario, citando il coraggio dell’agente che raccolse un pizzino e lo consegnò agli organizzatori, pagando con la vita. “Chi muore servendo lo Stato non viene dimenticato, gli altri fanno la fine di Matteo Messina Denaro” è l’arringa di Delmastro. 

Per l’esponente di Fdi, come detto la realtà vissuta dai mafiosi è ben diversa da quella che viene raccontata nei film o nelle serie tv: “E’ una vita meschina: Matteo Messina Denaro viveva sotto terra, braccato come un topo. Pur avendo disponibilità economiche faraoniche, viveva come l’ultimo dei pezzenti. Lo Stato vince sempre, dobbiamo dire ai ragazzi che la cinematografia è divertente ma non sempre rappresenta la realtà”.

Da qui il senso dell’iniziativa di parlare di legalità nelle scuole, di antimafia. Magari estendendo l’iniziativa della Regione Piemonte: “Il Dap custodisce la macchina di Giovanni Falcone, dobbiamo farla vedere ai ragazzi per far vedere quanto la mafia è infame e violenta. Colpisce le donne. Anche i bambini. Ma ci sono stati uomini che hanno dato la vita per la patria, per dare un futuro ai nostri ragazzi”. 

Infine una preoccupazione dopo l’ultimo report della DDIA: “La mafia compra fette d’economia reale nel Nord, corrompe tutto. Non si viene assunti nel bar perché bravo o capace, ma perché hai baciato l’anello. Non possiamo consentirlo”.

Andrea Parisotto

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