Territorio - 06 novembre 2023, 18:10

Le miniere d'oro ossolane e il loro possibile sfruttamento

Nostra intervista al professor Paolo Garofalo sulla Geologia e il futuro minerario

Quanto fascino attorno alla ricerca dell'oro: i film western degli anni '70 ci hanno raccontato avventure di cercatori d'oro intenti a setacciare sabbia dai fiumi e dai laghi, nei secoli passati i racconti delle attività minerarie sotto le montagne hanno offerta uno spaccato fatto di fatica, sudore, privazioni ma anche momenti propizi con filoni ricchi che hanno fatto la fortuna dei proprietari delle miniere. Oggi di quelle attività, soprattutto in Italia, rimane ben poco come abbiamo avuto modo di raccontare nel nostro articolo che riprendeva quello pubblicato da Geopop, il sito di divulgazione scientifica in chiave "pop", relativo alle miniere d'oro della Valle Anzasca e Valle Antrona.

In queste due vallate abbiamo citato le miniere che sono state oggetto dello studio di Geopop, ma in Valle Antrona quest'anno è stata aperta al pubblico anche la la Miniera del Taglione mentre nel territorio di Pieve Vergonte esisteva la miniera d'oro della Val Toppa che fu sfruttata a partire dagli inizi del 1800. L'attività della miniera, che non aveva dato grandissimi risultati, nel 1947 fu definitivamente sospesa. Anche questa miniera è oggi visitabile con un itinerario oggetto di un recente intervento di recupero e di valorizzazione. Lungo tutto il percorso sono visibili ampie camere di coltivazione, traverse laterali, camini e pozzi. Il tema delle miniere d'oro ossolane e anche del loro possibile sfruttamento ha avviato un dibattito molto interessante, e noi di Ossolanews abbiamo intervistato Paolo Garofalo, professore associato al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell'Universita' di Bologna che ha fornito al giornalista di Geopop la consulenza scientifica.

Con lui abbiamo discusso dell'attività di sfruttamento minerario e ci ha dato un punto di vista altamente qualificato: "Vorrei sottolineare il fatto che l'esplorazione e lo sfruttamento minerario di un qualsiasi sito (che una volta erano definite "arti") sono attività estremamente costose e di alto profilo tecnico/professionale - ci spiega - Nessuna compagnia mineraria si imbarcherebbe in una nuova operazione senza avere prove tangibili di una mineralizzazione. Realizzare una miniera è come fare un abito su misura: si estraggono le risorse sulla base dell'entità della mineralizzazione, delle caratteristiche del territorio (naturali, logistiche, climatiche, ecc), e sulla base della valutazione di costi che ne derivano. Senza prove e valutazioni preventive, è praticamente impossibile rispondere a priori se un territorio ex-minerario si può prestare ad un nuovo periodo di sfruttamento minerario"

Professore, oggi estrarre l'oro in val d'Ossola (Anzasca e Antrona) avrebbe ancora un senso?

"Esplorare ed estrarre l'oro in val d'Ossola avrebbe un senso soltanto se si scoprissero uno o più volumi di roccia mineralizzata ad Au economicamente sfruttabili. Si tratta semplicemente di fare un bilancio di tipo economico, e di quantificare la concentrazione d'Au nei corpi mineralizzati (grammi/tonnellata di metallo nel volume di roccia), di quantificare le tonnellate di roccia mineralizzata con quel tenore, di valutare le spese d'esplorazione e di sfruttamento, di valutare le infrastrutture da realizzare ed i loro costi, le royalties da pagare a Regione e Comuni (tasse giustissime, dal momento che si realizza un profitto realizzato alle spese di un territorio), pianificare la riqualificazione ambientale, ed anche valutare il tempo necessario a realizzare tutto questo. Quantificare tutti questi fattori preventivamente non è affare semplice per una compagnia mineraria, e richiede talvolta anni di lavoro."

Le moderne tecnologie potrebbero aiutare?

"Le tecnologie moderne aiutano già. Ripeto che l'attività mineraria è un lavoro che richiede l'utilizzo di professionisti di alto profilo in tutte le fasi di lavoro (dall'esplorazione allo sfruttamento), oltre che l'utilizzo di tecnologie adeguate. Senza l'uso dell'alta tecnologia nell'attività mineraria non avremmo oggi a disposizione sul mercato un'enorme quantità di metalli. Più in generale, si può affermare che una compagnia mineraria mette insieme un gran numero di professionalità e le fa operare per la realizzazione di un progetto comune. Quindi, una compagnia mineraria non può permettersi di avere soltanto dei bravi geologi per l'esplorazione e lo sfruttamento. Deve avere anche dei bravi tecnici d'esplorazione (quelli che operano le tecnologie), dei bravi ingegneri che progettano e costruiscono le infrastrutture necessarie e dei bravi metallurgisti che sanno come estrarre i metalli (o qualsiasi risorsa) dai minerali con il minor dispendio d'energia ed il minor impatto ambientale. Bisogna avere anche dei bravi manager che tengono sotto controllo costi ed obiettivi. Consideri che questa è una lista approssimativa di profili professionali e competenze, che le danno però un'idea di cosa vuol dire fare questo lavoro. La tecnologia aiuta già il coordinamento di tutte queste competenze ed attività. Per farle un esempio, le compagnie minerarie utilizzano già l'intelligenza artificiale, e cercano modi innovativi per utilizzarla rendendo più efficaci tutte le fasi di lavoro che le ho descritto."

E' mai stato sulle nostre montagne o le ha solo studiate?

''Si, sono stato fisicamente in Val d'Ossola per un progetto di lavoro circa 20 anni fa. Avevo appena finito il dottorato di ricerca e studiavo i rapporti tra processi metamorfici alpini e generazione dei giacimenti d'Au orogenico in vena. In altre parole, tentavo di rispondere alla domanda se l'Au dei giacimenti delle Alpi occidentali sia derivato dal metamorfismo di specifiche rocce affioranti nelle vostre valli. Nell'ambito di quel progetto ho mappato e campionato il suo territorio in diverse località che si trovano comprese tra il Passo del Sempione e Domodossola. Ricordo di essere stato diverse settimane a rilevare e raccogliere campioni. Non sto a spiegarle i dettagli ed i risultati perché sarei troppo specifico e sicuramente l'annoierei. Aggiungo in calce a questo messaggio il link alla pubblicazione derivata da quel lavoro, che spero le mostri la mole di dati che ciascun geologo deve raccogliere per rispondere a delle semplici domande di tipo giacimentologico. Posso dirle che anche quei dati mi suggerirono che le nostre Alpi (incluse quelle austriache) non sono sicuramente il luogo migliore per cercare altri giacimenti orogenici in vena. L'avverto però che la ricerca scientifica non si ferma mai, quindi non deve prendere le mie parole come una realtà assoluta e definitiva. Io le ho espresso la mia interpetazione dei dati scientifici che ho raccolto. Altri geologi in futuro avranno forse altro da dire''.

Miria Sanzone