Confine - 25 febbraio 2025, 17:30

Centoventi anni fa cadeva l'ultimo diaframma della Galleria del Sempione

Il 24 febbraio 1905 dopo oltre sei anni e mezzo di lavori l'Europa veniva collegata all'Italia grazie al tunnel sotto la montagna

Fu un momento epico: dopo 2.392 giorni, 6 anni e mezzo, per un totale di 5 milioni di giornate lavorative di lotta contro la montagna, cadeva l'ultimo diaframma della galleria del Sempione. Era il 24 febbraio del 1905 e alle 7.20 del mattino i lavoratori italiani e svizzeri videro finalmente la luce sotto la montagna.

Un'opera, quella del traforo del Sempione, che da lì a un anno, momento dell'inaugurazione, avrebbe messo in contatto diretto non solo Italia e Svizzera, ma anche l'intera Europa del Nord con il nostro paese. Il Nord fu collegato al Sud al chilometro 10.378. Non fu però un momento gioioso: dall'altra parte invece dei visi felici dei compagni della galleria Nord, c'era un torrente d'acqua calda di 46°C. che si riversò nel cunicolo Sud.

Vennero immediatamente sgomberati i due cunicoli, ma nonostante tutto l'aria surriscaldata e povera di ossigeno, mescolata in parte a gas tossici provocò la morte di due ingegneri, trasformando la grande giornata della galleria in una lunga giornata di tragedia. Il Traforo del Sempione fu costruito in due fasi: il cunicolo I dal 1898 al 1905, il cunicolo II dal 1912 al 1921.

Per lungo tempo il Sempione, con i suoi 19,8 chilometri di lunghezza, è stato il tunnel più lungo del mondo. Oggi è percorso da oltre cento treni al giorno che collegano la Svizzera e l'Italia. Nel 2006 il centenario della sua apertura fu celebrato con un ricco programma di eventi organizzati da un Comitato il cui capofila fu il Comune di Domodossola e che portò in città, oltre ai vertici di Rfi e autorità italiane e svizzere, anche Emanuele Filiberto di Savoia, discendente di Re Vittorio Emanuele III che lo inaugurò.

Miria Sanzone