Digitale - 07 aprile 2025, 15:58

Sempre meno italiani fumano: ecco le nuove tendenze nel consumo di tabacco

Chi un tempo camminava per le strade d'Italia doveva spesso farsi strada attraverso una densa nuvola di foschia blu. Fumare all'aperto era quasi un'abitudine e si consumavano in media più di 1400 sigarette pro capite. Ma da qualche tempo è finita. Uno dei motivi è la legislazione più severa, soprattutto per quanto riguarda il divieto di fumo nei luoghi pubblici. Ma gli italiani non si lasciano comunque rovinare il piacere del tabacco. Questo articolo mostra quali tendenze stanno sostituendo le sigarette.

In Italia si intensifica la lotta contro la droga e simili

Nascosti tra le strade di campagna e i vicoli notturni delle città, durante un fine settimana le pattuglie della polizia hanno controllato 160 persone e 60 veicoli nell'area del VCO. Due uomini sono stati accusati di possesso di sostanze illegali: hashish ed eroina. È evidente che entrambi sono anziani e noti alla polizia. Tuttavia, questi incidenti sollevano questioni che vanno ben oltre il consumo di droga da parte degli adulti. In un'epoca in cui i giovani ricorrono sempre più a prodotti contenenti nicotina come lo snus o le sigarette elettroniche, tali controlli rivelano un problema sociale più profondo: la prevenzione non inizia con lo spacciatore per strada, ma molto prima, a casa, a scuola, nella comunità.

Il divieto di fumo come segnale: i comuni fanno da apripista

Alcuni comuni italiani hanno già dato l'esempio: in città come Milano, Bologna e Fermo vige il divieto di fumo nei luoghi pubblici sensibili, come parchi giochi, parchi e fermate degli autobus. Milano ha avviato nel 2021 un piano radicale contro il fumo: entro il 2025 il fumo di tabacco dovrebbe scomparire completamente in gran parte della città. Ufficialmente, questo serve a proteggere l'ambiente, ma l'effetto collaterale è chiaro: anche i giovani dovrebbero essere scoraggiati. I critici dubitano dell'effetto di tali misure, soprattutto perché sono difficili da controllare. Ma se combinate con un'educazione coerente e interventi di polizia locale, potrebbero essere parte di una vera svolta.

Vietato, ma disponibile ovunque: l'assurda realtà dello snus in Italia

Snus: suona come la Svezia, i giocatori di hockey su ghiaccio e gli inverni freddi. In effetti, questo prodotto del tabacco senza fumo proviene proprio da lì. Viene inserito in piccole bustine sotto il labbro superiore, dove rilascia nicotina. E anche se sembra una gomma da masticare con un pizzico di adrenalina, è tutt'altro che innocuo. In Italia la vendita di snus è severamente vietata. Più precisamente: dal 1992 una direttiva UE (direttiva 2014/40/UE sul tabacco) vieta la vendita di tabacco orale, tranne che in Svezia, che è riuscita a ottenere un'esenzione quando è entrata a far parte dell'UE. L'Italia applica questa normativa in modo coerente. In teoria.

Ordinato online, consegnato con discrezione

Perché in pratica la situazione è completamente diversa. Chi vuole lo snus Italia, lo ottiene. Bastano pochi clic su Internet e il piccolo sacchetto arriva per posta nella cassetta delle lettere. Ciò è possibile grazie a fornitori di paesi extra UE o negozi che aggirano abilmente le zone grigie della legge. I giovani lo sanno. Su TikTok circolano video con istruzioni per l'ordine e recensioni di vari tipi: “extra forte”, “fresco di menta”, “con caffeina”. Le autorità stanno a guardare, in gran parte inerti. E così si crea una situazione assurda: un prodotto è ufficialmente vietato, ma è facilmente accessibile a chiunque abbia uno smartphone e Internet. La legge è in ritardo, la realtà è già lontana.

E per quanto riguarda le shisha?

​In Italia, il consumo di narghilè, detti anche shisha, è soggetto alle stesse disposizioni di legge dei prodotti tradizionali del tabacco. Ciò significa che dal 10 gennaio 2005 è vietato fumare shisha in luoghi pubblici al chiuso, come ristoranti, bar e caffè. Questo divieto si basa sulla legge n. 3/2003, nota anche come “legge Sirchia”, che ha lo scopo di proteggere la salute dei non fumatori.

In alcune città italiane i divieti di fumo sono stati ulteriormente inaspriti. Ad esempio, dal 1° gennaio 2025 Milano ha introdotto un divieto di fumo all'aperto quasi totale. Qui è consentito fumare negli spazi pubblici solo a una distanza di almeno dieci metri dalle altre persone, pena sanzioni fino a 240 euro. Inoltre, è vietato fumare nei veicoli in presenza di minori o donne incinte. In caso di violazione, possono essere inflitte multe comprese tra 50 e 500 euro.

 

 

 

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