In Piemonte la parità di genere in azienda è sempre più importante: già l’anno scorso era stato fatto notare per esempio che, delle 2.267 imprese italiane certificate con la “Certificazione Uni 125”, dedicata per l’appunto alla gender inclusion, almeno 928 erano piemontesi.
Di recente sono arrivati altri dati a conferma di questo prezioso trend. Poche settimane fa infatti l’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro ha confermato la dinamica positiva e solida per il mercato del lavoro piemontese, che nel primo trimestre del 2025 ha visto un saldo delle posizioni di lavoro dipendente con un aumento di 2.087 unità. Di queste, bene 1.900 sono state relative a donne, alle quali si sommano 187 nuove posizioni per gli uomini.
Elena Chiorino, vicepresidente e assessore al Lavoro della Regione, ha commentato i dati sottolineando come questi siano frutto degli investimenti fatti in questi anni, aggiungendo che il risultato relativo all’occupazione femminile dimostra che “quando si creano le condizioni giuste, dalla formazione al welfare aziendale, dalla conciliazione vita-lavoro agli incentivi all’assunzione, il talento femminile trova spazio e contribuisce in modo determinante alla crescita del nostro sistema produttivo”.
Che alle aziende convenga investire sulla gender inclusion, del resto, non ci sono dubbi: ce lo confermano anche gli esperti della società di selezione del personale di Milano Adami & Associati, head hunter che affiancano imprese italiane e internazionali nella ricerca dei migliori talenti. “In questi anni le più diverse indagini hanno dimostrato quanto un’azienda che punta sulla parità di genere abbia benefici in termini di prestazioni economiche, di attrazione dei professionisti più talentuosi, di qualità dei servizi e dei prodotti proposti al pubblico e di stabilità finanziaria: questi risultati per esempio sono emersi chiaramente da un report del World economic forum” spiegano i cacciatori di teste.
Questo discorso vale anche e soprattutto per le posizioni di leadership e per i ruoli apicali. La necessità di rompere il soffitto di cristallo non deriva quindi unicamente da degli elementi di ordine etico o sociale: superare l’asimmetria presente nelle leadership aziendali permette di raggiungere risultati aziendali più soddisfacenti. “ Per realizzare effettivamente la parità di genere in azienda non basta del resto adottare delle politiche di assunzione attente a non discriminare tra candidate e candidati” spiegano gli head Hunter di Adami & Associati, spiegando che “è necessario anche puntare più in generale sulla meritocrazia, garantire laparità di retribuzione, nonché introdurre delle soluzioni personalizzate per migliorare e rendere più semplice la conciliazione di vita privata e vita lavorativa”.