Sanità - 08 ottobre 2025, 07:41

Nursing Up: “Italia al rallentatore, il gap con l’Europa resta abissale”

Il nuovo rapporto Agenas conferma le denunce del sindacato: in Italia 6,8 infermieri ogni mille abitanti contro gli 8,2 della media europea. De Palma: “Fuga all’estero, iscrizioni dimezzate e pensionamenti in aumento: serve un cambio di passo”

“Il nuovo rapporto Agenas fotografa esattamente ciò che denunciamo da anni: l’Italia continua a essere fanalino di coda in Europa per il numero di infermieri”. Così Antonio De Palma, presidente del Nursing Up, commenta i dati contenuti nel recente studio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che mette nero su bianco una situazione ormai critica.

Secondo il rapporto, in Italia operano 6,86 infermieri ogni mille abitanti, contro una media europea di 8,26. Un divario che, invece di ridursi, rischia di crescere ulteriormente con i 66 mila pensionamenti previsti entro il 2030 e gli oltre 78 mila stimati entro il 2035. “Numeri – sottolinea De Palma – che coincidono con i dati del nostro ultimo report e che certificano la gravità del quadro attuale”.

Il presidente del sindacato punta il dito anche contro il crollo delle iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica, diminuite di oltre il 52% dal 2010 al 2024 e calate di un ulteriore 11,3% nel 2025. A questo si aggiunge la fuga di circa 6 mila infermieri l’anno verso l’estero e le 20 mila dimissioni registrate nel solo 2024 dalla sanità pubblica. “Dobbiamo riavvicinare i giovani alla professione e restituire dignità a chi lavora ogni giorno per la salute dei cittadini” – commenta De Palma.

Il nodo resta quello delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro: “Non possiamo ignorare la distanza che separa i nostri infermieri dai colleghi europei – prosegue –. Servono stipendi allineati agli standard di Paesi come Germania, Olanda e Regno Unito, e un contratto che riconosca il valore reale del personale sanitario. Senza un intervento strutturale, non riusciremo a fermare l’esodo né a garantire il ricambio generazionale”.

Sulle misure del Governo, De Palma riconosce un segnale positivo ma insufficiente: “Accogliamo con favore gli investimenti previsti dal piano del Ministero della Salute e l’aumento della spesa sanitaria fino al 6,5% del Pil entro il 2026, ma ricordiamo che siamo di fronte a un’emorragia lasciata senza cure per troppo tempo. Se non si rivaluta il ruolo della base professionale infermieristica e di tutte le categorie coinvolte, il rischio è quello del tracollo”.

“Gli sforzi del ministro Schillaci – conclude De Palma – vanno nella giusta direzione, ma potrebbero non bastare. Il gap con l’Europa, che corre verso una sanità più solida e a misura di paziente, resta ancora abissale”.

comunicato stampa a.f.