Il territorio italiano cambia ancora: nel 2024 sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 chilometri quadrati, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Con oltre 78 km quadrati di consumo di suolo netto si tratta del valore più alto dell’ultimo decennio. Sono i dati del rapporto Snpa “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, che fotografa con precisione l’evoluzione di un fenomeno capace di incidere sulla qualità della vita, sull’ambiente e sugli ecosistemi.
Focus sul Piemonte
Tra il 2023 ed il 2024 in Piemonte si sono consumati altri 503 ettari netti di suolo, per un totale di suolo occupato da superfici artificiali di 171.136 ettari, il 6,74 % dell’intera area regionale. Il dato risulta inferiore alla media annuale del triennio 2021-2023, ma rimane comunque sopra il valore medio del periodo di osservazione 2016-2020 da quando il monitoraggio viene effettuato annualmente.
Per dare un’idea del consumo di suolo del 2024, è come se ogni giorno fosse stata trasformata in area artificiale una superficie equivalente a 2 campi da calcio, corrispondente a quasi 600 metri quadrati all’ora. In termini assoluti, il valore del 2024 attesta il Piemonte all’ottavo posto a livello nazionale, dopo Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia, Lombardia, Lazio, Sardegna, Veneto; in termini di aumento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, con il valore dello 0,29 % il Piemonte si attesta al primo posto nel nord-ovest e al quarto in nord Italia ma sotto la media nazionale pari a 0,36%. Se confrontato con la superficie amministrativa il valore dei nuovi consumi netti posiziona la nostra regione all’undicesimo posto in Italia, con una densità di 1,98 m2/ha contro un valore nazionale di 2,61 e di 2,25 relativo alle sole regioni del nord-ovest.
Il Piemonte si conferma quindi tra le regioni italiane in cui, in termini di nuovi consumi, il fenomeno continua ad essere marcato, con valori peraltro disallineati rispetto alle dinamiche demografiche. Questo disaccoppiamento risulta evidente se rapportiamo i nuovi consumi di quest’anno con il saldo dei residenti del medesimo periodo, valutando così il grado di efficienza dei consumi: quest’anno il valore fortemente positivo dell’indicatore consumo marginale di suolo (18 500 m2/ab.) deriva da un modesto saldo positivo della popolazione piemontese indicando che, per ogni abitante in più in Piemonte, negli ultimi dodici mesi si sono consumati quasi due ettari di suolo. Il processo di consumo di suolo continua a seguire l’espansione delle aree urbanizzate. Al processo di consumo contribuisce quest’anno in maniera rilevante, ancor più dello scorso anno, l’installazione di campi fotovoltaici a terra, con oltre 160 ettari (circa il 30 % del consumo totale) concentrati soprattutto nel vercellese (oltre 80 ettari) e in seconda battuta alessandrino, cuneese, torinese e biellese. A ciò si sovrappone un fenomeno meno evidente in quanto più distribuito sul territorio, con opere di piccola o media estensione che interessano un po’ ovunque i piccoli centri urbani, i territori collinari e gli assi vallivi montani.
A livello provinciale quest’anno spiccano i valori di Cuneo (132 ettari), Torino (118 ettari) e soprattutto Vercelli (109 ettari) che mai aveva raggiunto un picco di questa portata in tutta la sua serie storica, valore in larga parte ascrivibile al fotovoltaico a terra (Trino e Alice Castello) e in parte alla logistica (Greggio e Balocco). In provincia di Novara continua l’espansione della logistica con il Polo Santa Rita. Biella conferma la vocazione al fotovoltaico a Cerrione e Montalciata. La provincia di Alessandria continua ad essere interessata dai cantieri lungo la direttrice del Terzo Valico dei Giovi e da nuovi campi fotovoltaici, in particolare nel capoluogo e a Valenza.
Se consideriamo i nuovi consumi in relazione alla superficie amministrativa provinciale, quest’anno è Vercelli a caratterizzarsi per l’alto valore di densità di consumo di suolo (5,23 m2/ha contro 1,76 dello scorso anno) denotando una sproporzione tra nuovi consumi ed area amministrativa, seguita da Novara (3,65 m2/ha, 6,25 nel 2023) a fronte di un valore regionale di 2,19 m2/ha e nazionale di 2,78 m2/ha.
Analizzando il fenomeno in relazione al rischio idrogeologico il rapporto indica 18 ettari in aree a pericolosità idraulica elevata, 41 ettari nella classe intermedia e 102 ettari nella classe a pericolosità bassa. Valutando invece gli interventi in relazione alla capacità d’uso a fini agro-forestali dei terreni dove sono ubicati, occorre segnalare che oltre 28 ettari (6 % circa del totale) ricadono in I classe, ovvero la classe di suoli più produttivi.