‘’Stiamo realizzando una macchina per il Cern di Ginevra’’. Lo dice con orgoglio Valter Zaninetti, presidente della Marini, azienda che mel 2025 ha compiuto 50 anni.
Orgoglio dicevamo, perché ogni singola macchina che esce dalla fabbrica di Villadossola è un gioiellino o meglio un vanto per questa realtà ossolana creata nel 1975 da quello che pareva un visionario: Giuliano Marini.
Di strada ne ha percorsa la Marini . Oggi il suo fondatore ne sarebbe ancor più orgoglioso se il destino non lo avesse fatto morire in un incidente aereo nel 2006. Il volo era l’ altra sua passione. Ma la Marini non è sparita!
Nata per agevolare il lavoro di cava, si è sviluppata con la realizzazione di macchine per applicazioni nell’ambito dell’ingegneria civile e delle fondazioni, sapendosi adattare alle più svariate esigenze di lavoro. Compresi i cunicoli del Cern, diremmo ora!
Oggi la macchina realizzata per il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle a Ginevra, è uno degli ultimi esempi del livello di imprenditorialità raggiunto dall’azienda che sorge sulle rive dell’Ovesca.
Una ‘’visione’’ quella di Marini cresciuta molto, tra momenti difficili ma pure momenti di grande soddisfazione.
Il 2025 che sta finendo ha visto la Marini festeggiare i 50 anni, conquistando il mondo e garantendosi credibilità.
La festa fatta nei capannoni della Marini nei mesi scorsi – con molti invitati tra cui tutti i dipendenti che hanno lavorato nell’azienda - è solo la punta dell’iceberg che pare emergere. Parlano per la Marini i mercati conquistati poco alla volta, anno dopo anno. Ma anche la crescita del fatturato.
‘’Era nata per realizzare macchine da cava – dice Valter Zaninetti, collaboratore di Marini e oggi presidente dell’azienda – . Nell’alto novarese c’erano un centinaio di cave allora. Le nostre macchine hanno agevolato l’estrazione che veniva fatta a mano. Oggi facciamo macchine che sono sempre un passo avanti rispetto ai nostri concorrenti. Il nostro mercato è al 60-70 per cento all’estero: Nuova Zelanda, Usa, Canada, ma anche Francia, Belgio, Inghilterra e Svizzera’’. Ma anche Asia e Africa.
Una realtà che ha ora 52 dipendenti, un ‘’mosaico di operatori’’ che sono funzionali uno all’altro nella catena di creazione e costruzione delle macchine.
Un percorso che ha visto la società evolversi ed espandersi. Passando anche dagli anni di un’alleanza con altre realtà ossolane - la Giacomini e la Ripamonti - per arrivare ora ad essere semplicemente ‘’ Marini’’, leader mondiale nel suo settore.
Tutto viene alla luce e si sviluppa all’interno di questa azienda che oggi occupa il 90 per cento dell’area industriale lungo la via che da Villadossola porta allo svincolo della superstrada. ‘’Almeno l’80 per cento dei componenti delle nostre macchine – dice Zaninetti - nasce in questi capannoni, software compresi’’.
Anni difficili? Sì, quelli tra il 2008 e il 2009, quando si pensò anche si trasferire altrove l’azienda. Poi, la decisione di non mollare il sito di Villadossola e tutto è tornato a decollare: produzione, mercato, commercio. Sino a conquistare, poco a poco, i mercati mondiali. ‘’Partendo dalla Svizzera – spiega – che è stata il nostro banco di prova. La succursale in Svizzera è nata nel 2012 mentre poco dopo sviluppavamo nuove macchine per l’ingegneria civile’’.
Oggi la Marini conta sette linee di produzione ma soprattutto vanta su una credibilità internazionale che ha portato in giro per il mondo la creatività imprenditoriale ossolana. Cinquant’anni di sacrifici spesi bene!