Regione - 17 dicembre 2025, 18:10

Piano socio-sanitario 2025-2030: tra i progetti anche l'ospedale del Vco

Il consiglio ha iniziato la discussione sul testo, che non era aggiornato dal 1995. "Un investimento di 5 miliardi per modernizzare l'intero comparto"

È iniziata in questi giorni la discussione sul piano socio-sanitario regionale 2025-2030, in consiglio regionale, presieduto da Davide Nicco. Tra le novità, illustrate dall’assessore Federico Riboldi, un nuovo modello di gestione partecipata della sanità regionale, che parte dall’istituzione di tavoli di lavoro per specifiche patologie; l’avvio del corpo logistico sanitario piemontese, tramite l’istituzione di una rete di volontariato sanitario dedicata al trasporto e all’accompagnamento protetto di anziani e soggetti fragili nelle strutture ospedaliere per prestazioni programmate; l’introduzione del responsabile operativo degli ambienti sanitari ospedalieri territoriali, che sarà delegato all’umanizzazione e all’accoglienza all’interno del singolo presidio. 
“Era dal 1995 che il Pssr non veniva integralmente riscritto - ha detto Riboldi -. Dopo un anno di gestazione, i contributi di agenzie di consulenza di alto profilo, 600 audizioni da parte della commissione Sanità e un vivace confronto tra maggioranza e opposizione, abbiamo un testo nuovo, che mette al centro le persone e punta all’allontanamento zero dalla sanità pubblica”.
Il documento riguarda anche la realizzazione del Piano di edilizia sanitaria, che prevede 11 ospedali di nuova costruzione (Parco della Salute, della Ricerca e Innovazione di Torino, Città della Salute e della Scienza di Novara, ospedali Asl To5 di Cambiano, Torino Nord, Savigliano, Cuneo,  Alessandria, Ivrea, Vercelli, Vco, ospedale Infantile Regina Margherita di Torino), 4 grandi ristrutturazioni (ristrutturazione degli ospedali di Alba e di Bra e ampliamento degli ospedali di Borgomanero e Vercelli), 91 Case di Comunità, 30 ospedali di Comunità, 49 centrali operative territoriali, Case di Comunità spoke che serviranno ad erogare maggiori servizi a livello territoriale.
Un investimento di 5 miliardi di euro - ha precisato Riboldi - che servirà a modernizzare la sanità, ridurre lo spreco nel tempo lavoro degli operatori del comparto, attrarre le migliori professionalità, e, attraverso il potenziamento della rete territoriale, contribuirà a smaltire le liste d’attesa, liberare i luoghi ad alta intensità e svuotare l’emergenza-urgenza”. 
Tra le altre novità, la nuova figura del direttore sociosanitario, che dovrà occuparsi di territorio, rapporti con gli enti locali territoriali e integrazione sociale e sanitaria; le aggregazioni funzionali territoriali come nuovo modello per la medicina generale, garantendo una copertura capillare e continuativa, dalle 8 alle 20, 7 giorni su 7; il potenziamento dei servizi e l’istituzione di uno specifico settore regionale sulla salute mentale; il tavolo di coordinamento per la candidatura di nuovi Irccs pubblici in varie specialità; l’avvio di tutti gli screening neonatali estesi disponibili in commercio e dei progetti di odontoiatria solidale per le fasce più deboli della popolazione.
In tema di sanità digitale, il nuovo Cup integrato con l’intelligenza artificiale prenderà direttamente in carico i pazienti cronici e permetterà una gestione efficiente delle prenotazioni di visite ed esami, mentre l’ APP Piemonte in Salute consentirà di accedere in modo veloce a tutti i servizi sanitari.

Per il Pd sono intervenuti Daniele Valle, Gianna Pentenero, Monica Canalis, Domenico Rossi, Alberto Avetta, Laura Pompeo, Nadia Conticelli, Mauro Calderoni: hanno ribadito che la sanità piemontese negli ultimi anni è cresciuta in modo disordinato e che quindi un piano sociosanitario era necessario. “Siamo delusi dal percorso di costruzione del documento che ci aspettavamo venisse condiviso con le minoranze già in origine. Fortunatamente c’è stata un’apertura successiva della maggioranza attraverso un confronto con le minoranze che ha portato delle modifiche. Positivo è stato il lavoro di audizione nella commissione perché ha dato voce a professionisti della sanità, amministratori e associazioni del terzo settore di esprimere la loro visione. Rimangono delle criticità perché non c'è nessuna definizione delle risorse con cui si intendono realizzare gli obiettivi. Su alcuni punti si poteva essere più coraggiosi, ma è positivo aver inserito la violenza di genere come tema di prevenzione sanitaria e non di semplice welfare, anche se continuano a mancare dati strutturati”.

Gianluca Godio e Davide Zappalà (FdI), hanno espresso piena soddisfazione "perché il Piemonte dopo 30 anni avrà un nuovo piano sociosanitario. Ringraziamo le persone udite e tutte le categorie che hanno dato il loro contributo. Un piano condiviso con l’opposizione e gli stakeholder che affronta le grandi sfide e risponde alle esigenze della regione Piemonte. Un documento completo che integra tutte le componenti del sistema sanitario: dalle grandi opere di edilizia sanitaria alle innovazioni in campo tecnologico. La sfida per il futuro sarà quella di aggiornarlo affinché sia garantita sempre la massima qualità del servizio sanitario a beneficio dei piemontesi".

Per Sarah Disabato (M5S) la giunta Cirio “ha governato alla giornata il tema e le problematiche principali restano irrisolte, come monitoraggio e controllo sull'intramoenia e la carenza sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il testo va sicuramente migliorato ed integrato perché presenta delle lacune, come il fatto che non ci sia trasparenza sulle risorse e risposte sulle liste di attesa. Non mi aspettavo un’attività emendativa così corposa da parte della maggioranza, evidentemente non c’è una visione condivisa”.

Alice Ravinale e Giulia Marro (Avs) hanno infine obiettato che “questo piano sociosanitario non è all’altezza delle aspettative: non individua con chiarezza i fabbisogni, presenti e futuri, né le risorse necessarie per affrontarli. Mancano obiettivi misurabili e senza una programmazione concreta il rischio è quello di lasciare la sanità pubblica ancora più fragile. Gli emendamenti Icardi stravolgono il lavoro fatto, inserendo 300 pagine in un documento di 170 e cambiandone di fatto l’impianto. Dopo mesi di confronto serio ci troviamo davanti a un piano completamente diverso, su cui è necessario interrogarsi sulla compatibilità tecnica e politica. Lo dimostrano anche le contraddizioni evidenti, come sugli ospedali di comunità, dove nello stesso piano si indicano numeri diversi”.

Vittoria Nallo (Sue) ha sottolineato il fatto che "manca una visione di insieme, questo documento lascia che la sanità piemontese navighi a vista senza una rotta precisa. Nella nostra regione il diritto alla salute diventa una rinuncia o una spesa privata. Il testo in generale ignora tra l'altro, gli indici che dovrebbero valutare la piena realizzazione del piano nei prossimi anni. Servono degli indicatori e manca un cronoprogramma degli obiettivi".

Comunicato Stampa Regione