Attualità - 19 aprile 2021, 17:37

Le famiglie divise dal confine scrivono a Di Maio e Sperenza: ''Abolite la quarantena''

“Chi abita in Italia può spostarsi da una regione all'altra, questa disparità sta mettendo in crisi noi e le nostre famiglie”

Gli spostamenti durante la pandemia, si sa, sono assai difficoltosi dovendo fare i conti con lockdown, indici di contagio e restrizioni per spostarsi tra una regione all’altra rendendo complicate le relazioni sentimentali tra persone che abitano in zone diverse.

Il problema diventa molto più grave se le coppie e le famiglie sono divise da una frontiera. Tanto che -come riportato dal quotidiano ticinese La Regione - un nutrito gruppo di cittadini italiani svizzeri ha deciso di scrivere una lettera ai ministri della Salute Speranza e dell’Interno Di Maio.

La richiesta del gruppo, rappresentato dal prof. Pietro Ceccuzzi, è che con l’allentarsi delle restrizioni previste il 26 aprile possa essere più agevole il ricongiungimento delle famiglie:

In questi giorni l'apertura delle frontiere, una necessità economica, così come hanno chiesto amministratori e parlamentari, costituisce un sogno anche per oltre duemila famiglie alle prese con le misure dalle regole per limitare la pandemia che impongono cinque giorni di quarantena se si vogliono raggiungere i propri famigliari per un semplice ricongiungimento” sostiene il portavoce.

Ecco il testo della mail inviata ai ministri:

Siamo un gruppo di cittadini italiani e svizzeri costituito da più di duemila persone e siamo la mera rappresentazione di famiglie e coppie sposate e non residenti in Svizzera e in Italia sfortunatamente toccate dall'ordinanza emanata circa i rientri dall'area Schengen. Ci sono padri, madri con figli oltre confine, fidanzati, fidanzate e via di seguito. Con questa mail chiediamo di cambiare l'ordinanza che ci obbliga a cinque giorni di quarantena in quanto crea una disparità di trattamento tra chi abita in Italia e può raggiungere i propri affetti in un'altra regione e chi invece deve varcare il confine anche se per pochi chilometri. Una persona che da lunedì a venerdì lavora a Lugano, per raggiungere per il weekend i propri cari a Milano deve fare il tampone prima di partire, cinque giorni di quarantena e un altro tampone. Mentre chi abita in Italia può spostarsi da una regione all'altra. Questa disparità sta mettendo in crisi noi e le nostre famiglie che per motivi di lavoro dobbiamo già sopportare un difficile rapporto a distanza. Non ci fermeremo finchè non otterremo una risposta.

Fabio Nedrotti