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Attualità | 16 aprile 2024, 08:10

Coldiretti: "Stop all'importazione di prodotti alimentari senza regole"

La confederazione ha lanciato una raccolta firme per una legge europea sull'obbligo di etichettatura dell'origine

Coldiretti: "Stop all'importazione di prodotti alimentari senza regole"

Oltre 8 italiani su 10 (83%) chiedono lo stop alle importazioni di prodotti agroalimentari che non rispettano le stesse regole di quelli italiani in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di tutela del lavoro. È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa al Brennero, dove Coldiretti Piemonte è presente con migliaia di agricoltori, giovani imprenditori e dirigenti insieme al presidente regionale Cristina Brizzolari, al delegato confederale Bruno Rivarossa e a tutti i direttori e presidenti delle federazioni provinciali, per difendere la salute dei cittadini e il reddito delle aziende dall’invasione di cibo straniero che finisce spesso sulle tavole spacciato come italiano.

Con l’avvio della raccolta di firme per una legge europea di iniziativa popolare sull’obbligo di etichettatura dell’origine di tutti i prodotti in commercio, Coldiretti punta a smascherare il fenomeno degli alimenti importati e camuffati come italiani grazie a minime lavorazioni, rivedendo il criterio dell'ultima trasformazione sostanziale.

La raccolta di firme potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.

“Puntiamo a mettere finalmente in trasparenza tutti quei prodotti che sono ancora oggi anonimi e che rappresentano circa un quinto della spesa degli italiani e includono alimenti simbolo, a partire dal pane. Del tutto anonimi anche i legumi in scatola, magari venduti in confezione con colori o segni che richiamano l’italianità così come le confetture di frutta o di verdura trasformata, come marmellate e sottoli. Niente etichetta d’origine anche per ortaggi e frutta di IV Gamma come restano completamente anonime le portate sui menu dei ristoranti. Dobbiamo dire basta alla concorrenza sleale, fermare i cibi contraffatti che passano dalle frontiere e dai porti europei – fanno notare Cristina Brizzolari e Bruno Rivarossa -. La nostra mobilitazione, in continuità con il lavoro fatto a Bruxelles in questi mesi, prosegue a difesa del reddito degli agricoltori e a salvaguardia della salute dei cittadini”.

Comunicato Stampa

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