Turismo - 11 febbraio 2021, 18:15

È iniziato il conto alla rovescia per il ritorno sulle piste da sci

I gestori degli impianti del comprensorio Neveazzurra: siamo andati ko, ora proviamo a risalire

È iniziato il conto alla rovescia per il ritorno sulle piste da sci

Mentre oggi è prevista la firma del governatore del Piemonte Alberto Cirio sul protocollo che autorizzerà la riapetura degli impianti sciistici (con una capienza del 30%, che si spera salirà al 50%), gli operatori del settore sono divisi tra speranze e delusione.

“Purtroppo la gran parte della stagione invernale è andata persa, compresa la tranche delle feste di dicembre che è quella che tradizionalmente ci fa incassare di più, richiamando molti turisti anche stranieri. Se penso a quanta neve ha fatto mi mordo le mani, e non credo di essere il solo. Avrebbe potuto essere un anno d'oro. Ormai è andata così, ma il governo Conte a mio giudizio non è esente da colpe ed è giusto sottolinearlo. Avrebbero potuto essere più reattivi nel prendere le decisioni del caso, invece cambiavano opinione ogni settimana, rendendoci la situazione impossibile. Non siamo un negozio di scarpe che dall'oggi al domani può riaprire, abbiamo bisogno di programmazione. Tutti, ci tengo a dirlo, lo scriva per favore, ci siamo resi conto e ci rendiamo tuttora conto della gravità della situazione pandemica e del rischio di contagiarsi, ma così facendo hanno ucciso un comparto, intere famiglie che vivono di montagna, maestri di sci e non solo, che non arrivano più alla fine del mese. I ristori non li abbiamo visti e, a parte qualcuno che ha portato la nostra protesta fin dove ha potuto, la maggior parte dei politici non ha reagito. Il sentore comune era che sciare fosse un'attività tutto sommato superflua, un concetto che è vero a fronte di tanta gente che è morta e sta morendo, ma che nasconde risvolti drammatici per chi ha perso il lavoro. Adesso ripartiamo, sperando che per quest'ultima parte della stagione invernale dio ce la mandi buona e confidando magari nei provvedimenti che potrebbe assumere il presidente del consiglio incaricato Mario Draghi. Di certo c'è molta voglia di sciare, speriamo di recuperare almeno un pezzo di quanto abbiamo perduto. Il nostro dovere la faremo fino in fondo, seguendo le regole e utilizzando il buon senso al fine di evitare comportamenti inadeguati”.

A tre giorni dunque dalla preventivata riapertura degli impianti -fissata, lo ricordiamo, solo per le zone gialle e salvo nuovi stop per lunedì 15 febbraio- un protagonista del Comprensorio di Neveazzurra si è sfogato col nostro giornale, puntando il dito contro chi, a suo dire, ha assunto scelte sbagliate mettendo al tappeto un intero settore, quello di chi vive grazie alle attività di montagna. Ora a quanto par si ricomincia. Le regole contenute nelle linee guida preparate dalla conferenza delle Regioni, Piemonte compreso, e finite nei giorni scorsi sul tavolo degli esperti del Comitato tecnico scientifico per la validazione sono abbastanza stringenti. Non si potrà improvvisare nulla. Rispetto al precedente protocollo è stata aggiunta la previsione di un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili, considerando anche gli abbonamenti settimanali e stagionali, con l'obiettivo di limitare il numero massimo di presenze giornaliere sui campi da sci. Allo stesso modo sarebbe promosso l'acquisto online dei biglietti, per evitare code e assembramenti. Ovunque andrebbe assicurato il distanziamento interpersonale di un metro. A garantire l'organizzazione e la gestione dei flussi dovrebbero essere i gestori degli impianti di risalita, mentre la tutela dell'ordine pubblico e la vigilanza sul rispetto delle misure sarà garantita dalle autorità di pubblica sicurezza.

Il via libera scatta dal 15 febbraio perché la data coincide anche con la scadenza del divieto di spostamento tra le Regioni. Ed è proprio questa la richiesta -per ora andata delusa- arrivata dalla presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef) Valeria Ghezzi: “Ora va tolto il divieto di circolazione tra le Regioni, abbiamo bisogno di sapere che si possa venire in montagna. Abbiamo già subito tantissimi danni e decine di aziende sono in crisi di liquidità“.

Redazione

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