Anzasca - 13 febbraio 2021, 19:20

Riaprono le piste da sci, una boccata di ossigeno per i rifugi tra mancati ristori e vuoti normativi

“Ci siamo attrezzati ma sicuramente il lavoro cambierà”

Riaprono le piste da sci, una boccata di ossigeno per i rifugi tra mancati ristori e vuoti normativi

Lunedì riapriranno le piste da sci dando la possibilità di tornare a lavorare, oltre al personale degli impianti, ai rifugi che risulta essere una delle categorie più neglette durante la pandemia.

Abbiamo la possibilità di rincominciare – spiega Francesco Valente, gestore dei rifugi Wengwald Hutte al Belvedere e dell'Oberto Maroli al Monte Moro – seppur con le limitazioni imposte. Ci siamo attrezzati ma i clienti dovranno fare i turni per mangiare, areeremo frequentemente i locali anche se a tremila metri con temperature a -12° non sarà di certo facile. Sicuramente il lavoro cambierà”.

I rifugi, lo dice la parola stessa, non sono dei ristoranti caratteristici o rustici alberghetti in alta montagna ma un posto di soccorso dove recarsi in caso di bisogno e qui potrebbe nascere il problema di un altro vuoto normativo: “se venisse una bufera improvvisa – pone ad esempio Valente- , tutte le persone arriverebbero qui e non si potrebbero certo evitare assembramenti”.

Dal punto di vista del sostegno da parte dello Stato verso questa categoria economica il gestore lamenta gravi lacune: “Il governo è stato assente, non abbiamo ricevuto nessun tipo di ristoro né di aiuto".

Il gestore conclude poi: "I nostri dipendenti stagionali, tutti del posto, hanno ricevuto la cassa integrazione ma non vedono l’ora di tornare, siamo pronti a ripartire in sicurezza”.


Fabio Nedrotti

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