Questo il ricordo di Fabrizio Vedana: "Correva l'anno 2009, non avevo neppure quarant’anni e ricevere quella lettera dall'allora Governatore della Banca d'Italia mi riempì di gioia e di riconoscenza per una persona che, nonostante i suoi moltissimi impegni, aveva trovato il tempo di scrivermi e ringraziarmi per il libro scritto con altri due professionisti di lungo corso del settore.
A quell'epoca i miei due figli erano troppo piccoli per capire quanto quella lettera mi aveva gratificato.
Nei giorni scorsi l'ho però ripescata dal quaderno dei miei ricordi professionali e l'ho mostrata loro con orgoglio dicendogli poi che non è per nulla scontato, oggi come ieri, trovare persone che, raggiunti ruoli importanti, hanno l'umiltà di rispondere ad una lettera scritta da un giovane praticamente sconosciuto.
Quali insegnamenti ho tratto da quell'episodio? In primo luogo ho capito che rispondere a una lettera o a una mail è un gesto di grande rispetto nei confronti di chiunque e forse ancor più nei confronti di un giovane che ha bisogno più di tutti di ricevere robuste iniezioni di fiducia.
In secondo luogo ho compreso che un buon libro, nella fattispecie quello sul segreto bancario, può aiutare ad attirare l'attenzione di chi lo riceve più di una semplice lettera; tradotto: la cultura fa bene e aiuta in tutti i casi.
Infine ho imparato che l'Italia è un paese che ha dato, anche a persone come me, figlio di genitori di umili origini, la possibilità di un riscatto sociale. E forse è proprio questa la più grande sfida che ha davanti a sé Mario Draghi: restituire a tanti giovani italiani l'entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco per sé e per il Paese".