Le Asl hanno ricevuto indicazioni per avviare progetti con le associazioni pro vita nei consultori e questa presa di posizione della Giunta Cirio ha scatenato le opposizioni.
A partire da Marco Grimaldi, capogruppo Luv in Regione, che ha definito la proroga al 31 marzo del bando "per aggiornare gli elenchi delle associazioni con le quali collaborare, col requisito della presenza nello statuto 'della finalità di tutela della vita fin dal concepimento' una scelta inaccettabile. La Giunta aveva assicurato che non avrebbe dato seguito alla proposta dell'assessore Maurizio Marrone che, in piena pandemia, pensa di operare per la collettività tentando per l'ennesima volta di massacrare l'autodeterminazione delle donne".
"Se qualcuno ha firmato un atto senza avere le deleghe o il mandato politico per farlo - ha aggiunto Grimaldi - deve fare immediatamente un passo indietro. Se la direttiva arriva invece dagli assessorati competenti vogliamo sapere perché hanno deliberatamente mentito alla Commissione regionale Sanità". Molta dura anche Chiara Foglietta del Partito Democratico: "La Regione Piemonte ha iniziato un percorso che ci riporta indietro anni luce, con decisioni che che mirano a colpevolizzare una scelta della donna, andando a interferire sulla sua libertà".
"Non è la prima volta che una giunta di destra tenta di mettere le mani su un tema tanto delicato, sfruttandolo per la propria becera propaganda politica. Lo fece Cota e fu bloccato dal Tar - ricorda Foglietta - Oggi arriva una formulazione differente, ma che sortisce lo stesso effetto".
Il segretario regionale dei dem, Paolo Furia, assieme a Michele Miravalle, responsabile Diritti PD Piemonte, è stato a sua volta molto severo: "La lotta all’aborto si fa non attraverso la limitazione coattiva della libertà della donna, ma implementando politiche sociali adeguate, così che l’ampliamento delle possibilità di scelta non equivalga necessariamente alla solitudine e al dolore. Se davvero si vuole evitare che l’aborto, che deve rimanere scelta possibile, sia esperienza di dolore si devono sostenere piani di informazione sessuale, seri, nelle scuole".
“La Regione Piemonte si preoccupa dell’attuazione della legge 194 unicamente sugli aspetti che la interessano ideologicamente e tralascia gli altri. E’ una brutta strumentalizzazione fatta sul corpo delle donne", hanno aggiunto i consiglieri regionali dem Raffaele Gallo e Domenico Rossi. "E’ un'iniziativa di eccezionale gravità, lesiva del principio di autodeterminazione delle donne", hanno dichiarato anche i rappresentanti della Rete +di194voci.
"In rappresentanza di 36 associazioni dell’area metropolitana di Torino, ci adopereremo con tutti i mezzi possibili perché l’iniziativa della Giunta Regionale non abbia alcun seguito".