Appuntamento di fede ed arte con la solenne Via Crucis che la sera del 2 aprile Venerdì Santo, con inizio alle ore 20.30, si terrà nel Santuario del SS. Crocifisso al Sacro Monte Calvario di Domodossola, al termine della quale, in forma liturgica, saranno eseguite “Le sette ultime Parole del nostro Redentore in croce” di Franz Joseph Haydn (1732-1809) Die sieben letzten Worte unseres Erlösers am Kreuze Hob:XX:2; op. 51.
Matteo Minetti sarà la voce recitante mentre le musiche saranno affidate al Quartetto d’archi Visconteo, con Thomas Schrott e Angela Woon Young Kang: violini, Marco Varisco: viola, Francesca Montini: violoncello.
In considerazione delle restrizioni imposte dalle disposizioni sanitarie vigenti la celebrazione sarà trasmessa anche in diretta streaming sulla pagina Facebook @cappellasmc.
All’interno del Santuario saranno ammesse i fedeli nel rispetto dei limiti imposti dall’emergenza Covid 19.
La tradizione della funzione delle Tre Ore di Agonia del Signore, con il canto delle Sette Parole, venne introdotta nel 1831 dal Padre Rosminiano Luigi Gentili, poi primo missionario in Inghilterra; abbandonata negli anni cinquanta, è stata reintrodotta, con la sola parte del canto delle Sette Parole, durante la Via Crucis serale del 1986, su espressa richiesta di don Emilio Comper, allora Padre Rettore del Calvario.
Per questo particolare momento hanno dedicato, al Calvario di Domodossola, alcuni loro lavori compositori di chiara fama quali R. Grisoni, C. Cavadini e R. Olzer.
Il programma dell’opera di Haydn, proposto dal quartetto d’archi Visconteo, è stato concepito per aderire in maniera più filologica possibile allo scopo per cui venne composta l’opera.
La composizione fu infatti commissionata da don José Sáenz de Santa María per le celebrazioni del Venerdì Santo nella chiesa della Santa Cueva di Cadice, ove si teneva una particolare cerimonia in occasione dei riti cristiani della Passione.
Nella chiesa completamente oscurata da pesanti panni scuri apposti alle finestre, il celebrante recitava in latino le sette parole (brevi frasi) che la tradizione cristiana ricorda come le ultime pronunciate da Gesù sulla croce.
Dopo l’enunciazione di ogni parola il celebrante ne proponeva un commento al quale seguiva un intervento musicale in funzione meditativa.
Ove è possibile, il quartetto propone tale opera, ripercorrendo la stessa prassi, ovvero con le luci della chiesa o della sala soffuse ed una voce recitante che declama le parole in latino ed il versetto dei Vangeli.
La scena ha un forte impatto emotivo e musicale, sottolineato dai giochi di chiaroscuro delle luci.