Mangiare consapevolmente - 17 aprile 2021, 15:00

La sindrome da letargo primaverile: cos’è e come contrastarla

Inizia oggi la nostra nuova rubrica 'Mangiare consapevolmente', tenuta dalla dietista Cinzia Grassi

La sindrome da letargo primaverile: cos’è e come contrastarla

Inizia oggi una nuova rubrica sui nostri quotidiani. Si chiama 'Mangiare consapevolmente', ed è tenuta da Cinzia Grassi, dietista, “Quando si dice: il destino è scritto nel nome” dice ridendo. Ha maturato la sua esperienza in cliniche wellness di lusso, lavorando anche al fianco di chef stellati. Attualmente coordina progetti di educazione alimentare per adulti e bambini ed ha pensato a questa rubrica per promuovere, su ampia scala, una cultura al benessere sana e veritiera.

La Sindrome da letargo primaverile è un disturbo afferente alla più ampia sfera dei così detti “Disturbi Affettivi Stagionali”, che possono manifestarsi con: ansia, stanchezza, sintomi depressivi, spossatezza, affaticamento, difficoltà di concentrazione, insonnia e in alcuni casi anche problemi circolatori, emicrania e vertigini. Ad esserne colpite sono in modo particolare le donne, con insorgenza dei sintomi nel periodo autunnale e loro acutizzazione durante l’inverno; non è però esclusa la comparsa nella stagione primaverile come nel caso della Spring Lethargy.

Questa condizione è dovuta ad una difficoltà di adattamento, nelle persone più sensibili, ai cambiamenti ormonali a cui il nostro corpo fa fronte, durante i cambi stagionali. È dimostrato infatti che al variare del numero di ore di luce e buio, si riscontri una variazione dei livelli circolanti di alcuni ormoni, in grado di influenzare sia l’umore che il ritmo sonno-veglia.

Nello specifico, quando in autunno le giornate si accorciano e con esse le ore di luce, viene favorita la produzione di melatonina, l’ormone in grado di favorire il sonno e si va a ridurre la produzione di serotonina, l’ormone del buonumore e dell’attività, la cui produzione ed azione metabolica sono favorite dalla luce. Con l’arrivo della primavera questo equilibrio viene invertito ed il corpo inizierà quindi a produrre meno melatonina e più serotonina. Nei soggetti più sensibili si riscontra però una certa difficoltà di adattamento a questo cambio di assetto ormonale traducendo il tutto con insonnia e i sintomi prima descritti.

Quali sono quindi le strategie che si possono adottare per prevenirne l’insorgenza oppure per contrastarla in modo efficace? Prima di tutto cercare di esporsi alla luce naturale uscendo più spesso di casa, rispetto a quanto si è soliti fare in inverno; cercare poi di esporsi al sole per 20-30 minuti 2-3 volte alla settimana per stimolare la produzione endogena di Vitamina D. Garantire un giusto apporto di Vitamina D è molto importante poiché numerosi studi dimostrano come la sua carenza possa essere correlata a sintomi depressivi.

L’attività fisica è il miglior antidepressivo naturale, poiché vero e proprio booster metabolico, grazie alla naturale produzione di ormoni del benessere che avviene durante la sua esecuzione. Non bisogna poi dimenticare di bere a sufficienza, il clima ancora freddo riduce la sensazione di sete, favorendo uno stato di carenza di idratazione che induce stanchezza ed astenia, è quindi importante bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno.

Seguire poi un’alimentazione varia ed equilibrata, in grado di fornire tutti i micro e macro nutrienti di cui il corpo necessita ed evitare l’abolizione dei carboidrati, a cui si potrebbe essere indotti dall’arrivo della bella stagione in vista della prova costume; questo perché i carboidrati sono ottime fonti di un importante amminoacido, precursore della serotina; ricordare di privilegiare il consumo di carboidrati complessi preferibilmente integrali, quali pasta, pane, riso, ma anche orzo, farro, limitando il più possibile il consumo di zuccheri semplici derivati per esempio da dolci e bibite zuccherate.

La scienza ha inoltre dimostrato che esistono alimenti e sostanze in essi contenute, in grado di influenzare direttamente lo stato d’animo, ma vi parlerò di questi nel prossimo articolo.

Nota: Le informazioni qui presenti sono di natura divulgativa e non vogliono, ne devono in alcun modo sostituire il parere del proprio medico curante.

 


Cinzia Grassi

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