Sono passati 20 anni e nulla è cambiato. Ma la situazione fa ricordare la famosa frase di Dante: "Vassene il tempo e l’uomo non se ne avvede".
L’uomo di cui parliamo è il politico. Perché di parole se ne son fatte tante in 20 anni, ma la situazione è rimasta precaria e a rischio.
Era l'agosto 2002 e in Ossola più di 8 mila persone scesero in piazza a Domodososla per difendere l'ospedale che la Regione voleva ridimensionare. "Faremo nascere i nostri figli nella sala consiliare occupata" disserro le mamme occupando la sala storica. Era inizia la 'battaglia' in difesa dell'ospedale. In Regione governava in centrodestra: Enzo Ghigo presidente. Michele Marinello, allora presidente del consiglio domese, decise di restituire la bandiera dalla Regione che sventolava sul balcone del municipio.
Una telenovela durata a lungo perché solo dieci anni fa, luglio 2011, ennesima protesta delle mamme ossolane che, alla chiusura del punto nascite del ‘San Biagio’, occuparono ancora la sala consiliare del municipio per restarci a lungo. Mobilitazione che riportò poi in piazza migliaia di persone.
In Piemonte, dopo l'era Bresso, governava Roberto Cota con una giunta di centrodestra che aveva messo nelle mani di Paolo Monferrino la direzione della Sanità piemontese. Sono anni in cui la cronaca ha raccontato tutto sull'ospedale e sul punto nascite del ‘San Biagio’ , ma anche sui rischi corsi da molte mamme.
E quel luglio 2011 Monferrino dichiarò: "Tranquilli, lo riapriremo a settembre". Sappiamo come è andata!
A Palazzo Lascaris si sono poi insediati Sergio Chiamparino e oggi c'è Alberto Cirio.
I due ultimi parti di questi giorni (uno al dea, l’altro nel piazzale antistante) dicono che la frase di Dante andrebbe corretta: "Vassene il tempo che il politico non se ne avvede".