Attualità - 06 gennaio 2022, 08:20

Le origini della festa della Befana e quel "no" detto ai Re Magi

A questo personaggio del folklore italiano ha dedicato una poesia anche Gianni Rodari

Le origini della festa della Befana e quel "no" detto ai Re Magi

“La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte”, è l'inizio della filastrocca che imparano tutti i bambini. Ma quali sono le origini di questo personaggio del folklore italiano? La tradizione della befana discende da tradizioni magiche precristiane legate al culto del raccolto e al passaggio all'anno nuovo. Il termine “Befana” deriva dal greco “Epifania”, ovvero “apparizione” o “manifestazione”. La Befana si festeggia, quindi, nel giorno dell’Epifania, che solitamente chiude il periodo di vacanze natalizie.

È nell’immaginario collettivo una vecchietta con il naso adunco e il mento aguzzo che a cavalcioni di una scopa, nella notte tra il 5 e il 6 di gennaio, si cala nei camini e riempie di piccoli doni le calze lasciate appese dai bambini. Per quelli che si sono comportati male il premio è del carbone.

La Befana ha un'iconografia propria e ben definita, da non confondere con quella delle streghe. Per ripararsi indossa gonne lunghe e rattoppate in maniera allegra, calzettoni e scarpe comode, ma non stivali, più adatti alle streghe delle fiabe. Sulle spalle ha sempre uno scialle di lana pesante e colorata e sul capo un fazzolettone di stoffa pesante o uno sciarpone di lana annodato sotto il mento. Ha una scopa che usa per appoggiarsi o per volare brevemente usandola al contrario delle raffigurazioni di streghe, cioè tenendo le ramaglie davanti a sé.

Una leggenda legata alle origini più antiche e pagane di questa figura narra che la Befana sia Madre Natura che appariva sotto forma di strega a bordo di una scopa: nei riti pagani stagionali si bruciava simbolicamente un ramo, per indicare la rinascita. Ancora oggi in alcune parti d'Italia viene bruciato come auspicio propiziatorio un fantoccio dalle sembianze di una strega. La successiva leggenda legata ai Magi racconta che nel viaggio verso Betlemme Gaspare, Melchiorre e Baldassarre chiesero informazioni a una vecchina per trovare Gesù invitandola ad unirsi a loro. Lei rifiutò ma pentendosi poi della decisione presa, cominciò a cercare i tre Re e il Redentore appena nato, bussando a ogni porta e regalando dolci ai bambini che incontrava per strada. Un gesto che da allora ha continuato a compiere nella notte dell'Epifania.

Moltissime in Italia le rappresentazioni della Befana e le feste a lei dedicate. Anche alcune pietanze omaggiano il personaggio, in Piemonte c'è la fugassa d'la Befana, una focaccia arricchita con canditi e uvetta, molto aromatica. Alla generosa vecchietta ha dedicato una filastrocca anche Gianni Rodari, scritta forse attingendo ai ricordi d'infanzia, mentre la immaginava calarsi dai camini di Omegna, dopo averla intravista alla finestra volteggiare sul lago d'Orta.

Viene, viene la Befana da una terra assai lontana,


così lontana che non c’è…

la Befana, sai chi è?

La Befana viene viene, se stai zitto la senti bene:


se stai zitto ti addormenti,


la Befana più non senti.

La Befana, poveretta, si confonde per la fretta:

invece del treno che avevo ordinato

un po’ di carbone mi ha lasciato.





 




Redazione

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