Eventi - 22 gennaio 2022, 12:00

Con la “Domenica del Giglio”, Anzino ricorda il primo miracolo

La leggenda narra che all'arrivo del 'Quadro Miracoloso" i gigli fiorirono nei prati

Con la “Domenica del Giglio”, Anzino ricorda il primo miracolo

Domenica 30 gennaio si festeggerà la “Domenica del Giglio” ossia il Primo Miracolo avvenuto all’arrivo del quadro Miracoloso da Roma ad Anzino nel gennaio del 1669.

La tradizione racconta che, all’arrivo del quadro in paese, fiorirono i gigli nei prati attigui al Santuario.

Già nel trasporto da Roma ad Anzino, la preziosa tela attribuita nel corso del Convegno di studi alla scuola del pittore Gregorio Preti, diede segni di “prodigiosità”, poiché sempre secondo il racconto legato alla tradizione, scompariva e ricompariva al passaggio tra uno Stato e l’altro che veniva attraversato.

Programma:

Sabato 29 alle 20.30 si terranno i Vespri solenni presieduti dal Primicerio don Fabrizio Cammelli.

Domenica 30

ore 11.00, S. Messa solenne, la celebrazione sarà presieduta da Fra Antonio Ramina, rettore della Pontificia Basilica del Santo di Padova.

Ore 15.30: Vespro solenne e processione con la statua del santo.

Per la partecipazione in presenza occorrerà osservare le normative sanitarie vigenti.

Nell’ultimo bollettino dell’Istituto Pubblico di Anzino, Matteo Minetti scrive: "In questi mesi di lento ritorno alla normalità tante sono state le riflessioni che ci siamo trovati a condividere come individui, famiglie, comunità. La prima di queste è stata la difficoltà della separazione, della lontananza, del non poter vivere in prossimità. Quante volte in questo anno e mezzo ci siamo salutati a distanza, quante volte una stretta di mano o un abbraccio hanno significato liberazione dalla morsa della pandemia? Anche la vita della nostra associazione quasi bicentenaria ha patito una grossa difficoltà: abbiamo dovuto sospendere tutti i momenti di vita associativa, conviviale e ricreativa, che comunque sono parte dell'essere una associazione. Un anno che dunque ci ha fatto riscoprire, paradossalmente, quanto siano necessari ed essenziali i momenti in cui si sta insieme… Tuttavia notate che non era molto diverso nel 1832: la maggior parte degli anzinesi viveva la gran parte del proprio tempo a Roma. A fine '800 su 200 anzinesi ben un centinaio erano osti e camerieri nella città eterna. Il merito degli emigrati era quello di ricordarsi delle necessità del paese e di contribuire alla vita della comunità. Questo perché erano coscienti del fatto che Anzino è per tutti noi una casa comune, un luogo a cui poter tornare anche a distanza di anni, di generazioni".

E da Roma gli anzinesi hanno inviato in paese il quadro del Primo Miracolo che verrà ricordato domenica 30 gennaio. 

Walter Bettoni

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