Domodossola - 17 luglio 2022, 14:40

Droni e ragazzi: sì ma con “educazione”

“È a tutti gli effetti un veicolo e come tale va pilotato in modo sicuro, e ciò si può fare solo studiando come usarlo, esercitandosi con pazienza, e concentrandosi sull’attività”

Droni e ragazzi: sì ma con “educazione”

I droni stanno raccogliendo sempre più l'interesse di giovani e giovanissimi. Ma per avvicinarsi a questa attività occorre avere delle nozioni e delle competenza di base per manovrarlo in sicurezza. Un percorso possibile è quello di introdurre, come già sta avvenendo a livello sperimentale in alcuni istituti, dei brevi corsi scolastici. Il drone diventa così strumento didattico che può accrescere l'interesse e il coinvolgimento dei ragazzi verso l'apprendimento in generale e materia disciplinare che mette gli alunni di fronte alla responsabilità di pilotare un vero e proprio veicolo volante, sottoposto a determinate regole e normative.

Sull'argomento ospitiamo un un articolato e dettagliato resoconto della dottoressa Simonetta Siega del CTI di Domodossola, docente e pilota APR.

Il lockdown per la pandemia di COVID-19, in Italia, ha notevolmente modificato i ritmi di vita di molte persone. In particolare, è cresciuta la voglia di “uscire” all’aria aperta, dopo un periodo di lunga chiusura. In questo spazio di tempo ho scoperto, esplorato ma soprattutto studiato il mondo dei droni, oggetti volanti che vengono pilotati da terra dall’uomo.

I droni oggi sono molto conosciuti fra i più giovani e, dopo lo smartphone, sono il regalo tecnologico più gettonato.  Le statistiche più recenti sulla vendita dei nuovi droni indicano una crescita vertiginosa delle vendite tra il 2020 e 2021, e gli esperti indicano che continuerà nei prossimi anni. Questi nuovi droni, di costo limitato ma prestazioni quasi professionali, sono spesso regalati dai genitori ai figli, condividendo la passione per le tecnologie.

Il drone è un regalo all’ultima moda; anche nei cataloghi commerciali per le scuole, a fronte dei numerosi finanziamenti per Progetti (PON) che il Ministero ha proposto, si sono visti inseriti tra LIM, computer e robot anche il DRONE, spesso con l’apposizione “EDU” che di per sé non vuol dire nulla ma per chi lavora nel settore lascia presupporre che sia un modello EDUCATIVO adatto ai ragazzi nell’uso scolastico. Ma sarà veramente così? Esistono attualmente droni costruiti per essere “educativi”?

Non sono disponibili dati o statistiche nel merito. Ma è facile trovare traccia sui social di docenti che utilizzano un drone nel tempo libero, e alcuni di questi lo portano anche scuola per farlo vedere ai ragazzi. Il contatto con alcuni di questi ha però confermato che non vi sono esperienze mirate ad avviare gli studenti a pilotare un (piccolo) drone, e nemmeno a informare su regole e attenzioni da avere per farne un uso sicuro, personale o a scuola. La prima sperimentazione nota e documentata si è svolta presso l’ITIS Quintino Sella di Biella dal 2 al 31 maggio 2021, e la sottoscritta ha partecipato insieme ad altri docenti di scuola secondaria di 2°grado e tecnici di laboratorio.

L’esperienza svolta e le informazioni raccolte mi hanno più volte fatto pensare alla mitologia greca, a Dedalo, padre di Icaro, che istruisce il figlio ai rischi del volo, consegnandogli le ali di cera da lui costruite per soddisfare il desiderio di volare. Il padre-geniale inventore si preoccupa di istruire il figlio disobbediente. Oggi in un contesto di “consumismo digitale” i genitori non si preoccupano di dare ai figli delle istruzioni chiare sulle regole per volare sicuri? Come fece Dedalo con Icaro, quando regalano loro un drone?

Molti adulti percepiscono l’importanza delle tecnologie, dell’innovazione e sono affascinati di come un oggetto possa, pilotato da terra, volare e produrre foto e video meravigliosi. Ma pochi si pongono il problema della sicurezza, tanto i moderni droni appaiono “infallibili”! Ancor meno si chiedono se, in mano a dei ragazzi, questo strumento possa creare dei problemi alla loro ed altrui sicurezza. Sono tutti certi che su YouTube vi sarà il giusto tutorial che insegnerà loro a fare tutto!

Purtroppo non è sempre così!

La sperimentazione svolta all’ITIS Q. Sella nel 2020/21 ha portato a due risultati concreti svolti in questo a.s. 2021/22:

  1. la proposta a studenti di Liceo Scientifico Scienze applicate di Biella di attività certificate coi droni, tra le proposte di attività di approfondimento;

  2. un’attenzione al fatto che ragazzi in età inferiore ai 14 anni, alunni del primo ciclo, pilotano senza supervisione droni, violando così le norme che fissano all’età di 16 anni quella minima per pilotare droni.

È sorta quindi la domanda: può essere utile usare un drone nella scuola del 1° ciclo? Per cercare risposte è nata una seconda sperimentazione, dedicata agli studenti del primo ciclo di istruzione, che si è svolta tra i mesi di ottobre 2021 e maggio 2022. Questa seconda sperimentazione, svolta come ricerca-azione, mi è stata proposta del preside dell’ITIS Q. Sella prof. Marcianò, sia per il curriculum di ricercatrice e ho maturato con la robotica educativa, sia per il fatto che nella sperimentazione per le scuole superiori avevo ottenuto l’attestato EASA A1/A3 (comunemente definito “patentino per i droni”) oltre che l’abilitazione alle attività formative collaudate a Biella, per le scuole superiori.

Ma – ovviamente – quello che era stato chiarito per le scuole superiori (e studenti di almeno 16 anni) andava rivisto per ragazzi under 14. L’ipotesi di lavoro con “droni giocattolo” selezionati tra i tantissimi modelli che si possono acquistare online si è man mano definita, sino a rendere possibile - grazie alla disponibilità di alcune scuole del Verbano Cusio Ossola facenti capo al CTI di Domodossola – verificarla a scuola.

Gli studenti sono quindi stati coinvolti in prima persona nel pilotaggio remoto di un piccolo drone giocattolo, inoffensivo certamente, ma anche scelto perché ritenuto valido sia per un’educazione all’uso corretto e sicuro di questi prodotti tecnologici. Lo studio delle regole vigenti unita all’esperienza hanno guidato la progettazione di attività con studenti under 14 per una prima disamina dei possibili impieghi nella scuola del 1° ciclo.

Gli alunni coinvolti hanno potuto provare ad usare il drone, assistiti da me che davo le indicazioni utili per imparare a svolgere sempre più funzioni di pilotaggio, e dopo ogni volo raccontando le loro impressioni ed emozioni. Le ore a disposizione han permesso di coinvolgere una scuola primaria (classe 5^A scuole Kennedy, 2° Circolo di Domodossola- DS Nicoletta Montecchi) ed una scuola secondaria di 1° grado (classe 3^B Istituto Comprensivo Galileo Galilei di Gravellona – DS Gino Carissimi).

Questa esperienza con gli under 14 ha permesso di avere alcune chiarezze sulle potenzialità e sugli effettivi rischi e pericoli di questa attività: sicuramente il fronte di rischio è più alto nella scuola primaria che alle superiori. Pilotare un drone ti permette di “toccare con mano” come si può pilotare un oggetto grazie ad un uso preciso, e cosciente, del radiocomando.

Certo, volare non significa prendere il drone accenderlo e farlo andare! Come in tutte le cose è necessario seguire un percorso di addestramento che va consolidato in una pratica frequente di questa esperienza. Il drone che abbiamo utilizzato per i più giovani non è stato scelto solo per la sua bellezza o perché un prodotto di “tendenza”, ma in base alle caratteristiche che ne garantivano sicurezza allo studente e all’ambiente scolastico in cui veniva testato, sulle prestazioni interessanti ma sicure, con l’attenzione alla coerenza – in crescendo – degli apprendimenti necessari.

Una particolare attenzione è stata data all’elemento radiocomando, che anche nel modello semplice usabile a scuola è bene funzioni nello stesso modo in cui operano i radiocomandi per pilotare un modello più complesso. Dimensioni e prestazioni diverse, ma modalità di pilotaggio simili. Difficoltà e soddisfazioni simili, anche se in scala minore. Pilotare vuol dire avere il controllo, e questo è meno semplice di quanto si pensi, specialmente perché i ragazzi a ben altri “telecomandi” sono avvezzi, videogiocando con le consolle più diffuse.

E alla domanda “A scuola oggi il drone può permettere agli studenti più giovani di motivare l’impegno per imparare sempre più?” possiamo rispondere, in base all’esperienza maturata, in modo molto ottimista. Indipendentemente dai fini del volo (fare foto o video, fare evoluzioni di precisione …) riteniamo che il drone possa essere un ausilio didattico come lo è stato negli anni scorsi (e lo è ancora oggi) il robot.

La sperimentazione ha permesso ai ragazzi coinvolti di non pensare al drone come ad un giocattolo, un po’ magico e un po’ misterioso, che a volte sparisce e non si ritrova più.  Sono diventati consapevoli che il drone è un veicolo e come tale va pilotato in modo sicuro, e ciò si può fare solo studiando come usarlo, esercitandosi con pazienza, e concentrandosi sull’attività. Obiettivo imprescindibile: il tuo drone deve tornare sano e salvo.

Così come consiglio ai docenti di formarsi prima di utilizzare un drone a scuola, anche i ragazzi devono attrezzarsi ed avere le giuste conoscenze ed abilità prima di volare. Non si tratta più di un semplice “imparare facendo”: devo studiare per imparare a prevenire e gestire i pericoli più evidenti, gli imprevisti più noti.

Entrando nelle classi e chiedendo agli alunni: “chi di voi non ha mai usato un drone?” con grande stupore, sia nella classe di scuola primaria che nella scuola MEDIA, la maggior parte di alunni dichiaravano di averlo utilizzato almeno una volta, spesso quello del papà quando lui non è in casa.

Oltre al rischio di farsi del male, le famiglie o chi regala un drone ad un minore (nonni, zii, amici …) lo sa che può essere soggetto a sanzioni e, in caso di danni, anche a risvolti penali? A volte la superficialità, la non conoscenza delle regole vigenti o una falsa buona fede può davvero mettere in pericolo i più piccoli (basti pensare a quante volte la polizia postale scopre atti di cyber bullismo fatti da minori che, i genitori, pensano stiano “giocando” on line, senza preoccuparsi di quanto sia pericoloso il gioco che fanno!).

Quindi: “Sì ai droni a scuola” ma con un giusto percorso di studio e preparazione – che la scuola può attrezzarsi a svolgere prima che i ragazzi abbiano l‘età giusta per poter fare il patentino e pilotare veri droni dell’ultima generazione tecnologica. L’esperienza diretta è sempre utile e produttiva.

La risposta dei ragazzi più piccoli è stata entusiasta, ecco alcuni commenti degli alunni delle elementari:

  • Alcuni giorni fa io e la mia compagna di classe abbiamo fatto un’esperienza con il drone. Mi sono divertito e non sapevo che il drone potesse ruotare”.

  •  “Non avevo mai provato un drone finora. È stato facile, alcune volte non riuscivo ad andare avanti perché il drone andava a sinistra; guardavo il drone in alto e non stavo attenta a come lo pilotavo. Ma mi sono divertita molto con il drone e ho imparato a decollare e ad atterrare.”

  • Oggi mi sono divertito, abbiamo fatto la prova d’accensione, di farlo decollare e atterrare, la prova di abilità. È stato molto divertente.”

E anche i ragazzini delle medie hanno apprezzato:

  • Questa attività è stata molto carina ed alternativa a quella che può essere una semplice attività scolastica. Non avendo mai “guidato” un drone, sono riuscita ad imparare, a capire anche varie condizioni di spazio. Ho fatto alcuni “percorsi”, sono anche riuscita a migliorarmi rispetto al primo incontro e a tenere un pochino la mano più ferma [sul radio comando]”.

  •  In realtà non so come descriverla però so che è stata un’esperienza unica e meravigliosa, spero ci saranno altre possibilità di fare questo bellissimo progetto perché personalmente mi è piaciuto molto!”

  • Io ho provato felicità quando partiva. Mi sentivo bene quando riuscivo a farlo volare. È stato divertente, mi è piaciuto.”

  • A me è piaciuta moltissimo questa esperienza perché dovevamo farlo decollare e farlo muovere.”

Un ulteriore risultato inatteso è l’aver meglio compreso quanto sia importante educare non solo i ragazzi ed i docenti a scuola ma anche le famiglie e la società per sfatare tanti luoghi comuni e fake-news su questi strumenti tecnologicamente avanzati, per saper vedere il bello di questa esperienza e al contempo prendere coscienza dei rischi; quindi diffondere il senso di RESPONSABILITA’ che ogni pilota di APR (aeromobile a pilotaggio remoto) deve possedere a prescindere.

Le tecnologie hanno sempre avuto questo duplice aspetto: da una parte portare innovazione ma dall’altra rendere meno stabile la sicurezza. E come per l’uso della rete, di internet, non è mai utile proibirne l’uso a prescindere, ma educare ad un uso sicuro della rete; così con i droni.

La sperimentazione a giugno è stata pubblicata su diverse riviste scientifiche che trattano di Nuove Tecnologie per la didattica. L’ultimo giorno di scuola, nel tardo pomeriggio, il dirigente Gino Carissimi dell’I.C. Galileo Galilei di Gravellona ha organizzato un incontro con le famiglie della classe coinvolta nella sperimentazione, per raccontare e mostrare come si è svolta la sperimentazione. Erano presenti anche Marco Ghiglione, pilota APR, Simonetta Siega, docente e pilota APR e lo stesso Dirigente della Scuola capofila, Giovanni Marcianò, lui stesso pilota APR. Al termine della piacevole serata, agli studenti è stato consegnato un attestato di “giovani piloti” come riconoscimento del loro impegno.

A settembre è pronta (le iscrizioni sono aperte da giugno) una nuova edizione del corso di formazione per docenti e io spero sarà possibile proseguire questo progetto in altre scuole de VCO. Educare e formare, non proibire!

Redazione

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