Gentile direttore,
credo che l’attuale situazione del Paese meriti un’ulteriore riflessione, anche di traccia diversa e inusuale, scandalosa certamente per le cose che mi permetto di sottoporle.
Da più parti si prende di mira il reddito di cittadinanza, dicendone le peggior cose, a cominciare da chi lo percepisce immeritatamente, mediante false dichiarazioni e truffe, certo possibili solo per il pessimo controllo degli organi preposti. Pure per questo, per l’incapacità di esercitare un puntuale accertamento da parte della burocrazia credo si sia autorizzati a considerare questo stato un autentico fallimento. Ricordo, per rincarare la mia dose critica, l’abissale baratro che ogni scandalo produce, separando sempre più lo stato civile da quello istituzionale. Non dico nulla di nuovo se ricordo la defezione degli elettori agli appuntamenti elettorali.
Ora si afferma che gli Italiani non vogliano lavorare accontentandosi di essere mantenuti da un miserabile vitalizio statale.
In parte è vero, lo ammetto e ne sono felice. Fanno bene. È ora che i pappafichi (politici, parlamentari, sindacati, commis di stato, burocrati incapaci) che hanno dissanguato il Paese se ne rendano conto. Gli Italiani non vogliono più farsi sfruttare con salari risibili in condizioni di lavoro pessime e pericolose. L’attuale realtà parla da sola. Molti cittadini hanno capito. Ora dal tegame si mangia tutti, ladri e miserabili, ricchi e poveri. Ladri e criminali che nelle file di quelle professioni sopra accennate sono in gran numero. Finché ce n’è viva il re.
Non mi fa piacere dire questo, ma qualcosa di discordante, dissonante qualcuno la deve pur dire. Forse si comprenderà il baratro nel quale viviamo per colpa di tutti.
Cordiali saluti
Rocco Cento