Politica - 24 ottobre 2022, 19:30

Allarme in Piemonte, suicidi in crescita dopo la pandemia

Sono circa 400 all'anno; le cifre esposte in Commissione Sanità

Allarme in Piemonte, suicidi in crescita dopo la pandemia

In Piemonte, in tempo di Covid, i suicidi sono circa quattrocento l’anno; in Italia oltre cinquemila: un fenomeno che con la pandemia è peggiorato, perché nel 2019 il dato nazionale si attestò a 3.680 persone che si tolsero la vita.

Le cifre sono state esposte questa mattina in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, nell’audizione dedicata appunto ai suicidi durante la fase post Covid, che confermano una crescita preoccupante, come ha spiegato il presidente dell’Osservatorio nazionale suicidi Raffaele Abbattista.

“L’Osservatorio Nazionale Suicidi – ha sottolineato al termine dell’audizione il presidente leghista della Commissione Alessandro Stecco, medico e docente universitario – ci ha descritto un Paese che ogni anno registra 5 mila morti da comportamento suicidario, nella verticalizzazione dei dati sul Piemonte i suicidi sono lo 0,82 ogni diecimila abitanti. Numeri che in pandemia tendono ad un peggioramento che questa indagine, che ho fortemente voluto, ha la velleità di intercettare, indagare e arginare”.

“Gli atti con cui un individuo si procura volontariamente e consapevolmente la morte – ha proseguito il neuro-radiologo Stecco – risultano essere in Piemonte la prima causa di morte non naturale e, sempre i suicidi sono il 21 per cento di tutte le morti violente. Ancora più pesante il numero di adolescenti che si tolgono la vita, tanto da arrivare alla seconda causa di mortalità per i minori di 18 anni.

“C’è stata una vera impennata”, ha sottolineato Abbattista, ricordando che nel mondo i suicidi sono 900mila, un suicidio ogni quaranta secondi, con un forte interessamento della fascia giovanile under 18.

“Nel nostro Paese assistiamo a un suicidio ogni sedici ore e a un tentativo ogni quattordici. Il fenomeno del suicidio rappresenta il venti per cento delle cause per morte violenta, un morto su quattro, attestandosi in Piemonte intorno all’uno e mezzo per cento dei decessi totali”, ha spiegato Abbattista.

Sempre in Quarta, è stato audito anche il presidente dell’Ordine delle professioni Infermieristiche di Torino, Massimiliano Sciretti. Oggetto dell’informativa, il disagio psicologico post Covid attribuibile a lockdown e pandemia, che ha colpito in maniera particolare gli operatori sanitari, nello specifico il comparto infermieristico.

Sciretti ha spiegato come gli operatori sanitari siano stati coinvolti pesantemente nello svolgimento della loro professione lungo tutto il periodo pandemico; ha anche sottolineato che durante il periodo pandemico si è riscontrata, da parte degli infermieri, la disponibilità a un interscambio di ruoli, mentre successivamente si sono avuti forti disagi di natura psicologica che hanno avuto delle ricadute quali lo stress emotivo all’interno dell’organizzazione sanitaria, accompagnato da un aumento dell’abbandono della professione alla luce della grave carenza di figure infermieristiche.

Si calcola che, dall’Italia, negli ultimi cinque anni siano stati circa ventimila gli infermieri che si sono trasferiti all’estero alla ricerca di una maggiore valorizzazione della professione e di uno stipendio più remunerativo.

 

C.S.

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