Una nuova segnalazione al ministero dell'ambiente, da qualche giorno guidato da Gilberto Pichetto Fratin, per trovare delle soluzioni rapide ed efficaci che tutelino gli allevatori vigezzini dai danni e dai problemi causati dalle sempre più frequenti predazioni dei lupi.
L'ha inviata in queste ore il sindaco di Malesco Enrico Barbazza. La missiva è stata indirizzata anche all'attenzione del presidente della Regione Cirio, al vicepresidente e assessore alla montagna Carosso e al presidente della Provincia Lana.
Scrive Barbazza: “Spiace constatare che, ad oggi, non è giunta nessuna risposta alla missiva spedita, più di sei mesi orsono, a tutti gli organi competenti in merito al problema 'lupo'. Nel lasso di tempo intercorso la situazione è rimasta pressoché invariata, con il susseguirsi di ulteriori danni agli allevamenti. Come già detto in precedenza, il modo di gestire e tutelare la montagna sta cambiando: abbiamo allevatori ormai rassegnati e stremati, che, a causa delle continue perdite di capi, si vedono costretti alla demonticazione anticipata, compromettendo così la ricezione dei contributi e mettendo a rischio le loro attività, altri invece arrivati già a scelte più drastiche come la vendita degli animali (in modo particolare ovini e caprini). Tutto questo nonostante siano stati presi, da parte degli allevatori stessi, tutti gli accorgimenti del caso, purtroppo inutilmente!
E nessuno ad oggi prende una posizione per procedere con una linea efficace, fatta eccezione per qualche sporadica asserzione da parte di politici, soprattutto in quest'ultimo periodo di campagna elettorale. Ora qualcuno si ricorderà delle dichiarazioni fatte in quell'occasione? Sarà in grado di mettere in campo un vero e proprio piano di contenimento?
Beh... nel frattempo nessun allevatore delle nostre località ha ottenuto risarcimenti relativi ai danni creati dal lupo, nonostante i soldi ci siano, forse troppi, fondi che vengono inutilmente dissipati in conferenze, studi e monitoraggi che prevedono l'utilizzo di numeri elevatissimi di persone e mezzi. Addirittura in queste ultime settimane si è arrivati ad utilizzare strumenti predisposti al richiamo per riuscire a censire il numero dei branchi presenti sul territorio Penso che sia arrivato il momento di intervenire in modo incisivo, perché è ormai comprovato che la convivenza tra uomo e lupo non può esistere oggi come non è stato possibile in tempi più lontani.
Oggi qualche ammissione di colpevolezza dovrebbe arrivare anche dai sostenitori più convinti di questo illogico progetto che sta lentamente distruggendo il territorio montano e le sue aziende agricole. In considerazione di quanto sopra esposto, propongo a tutti i parlamentari, funzionari, relatori e sostenitori di tale progetto, di provare per un attimo a sostituirsi agli allevatori che quotidianamente faticano e combattono per tutelare sfamare e salvaguardare il proprio bestiame senza alcuna certezza economica, perché in tutta franchezza e senza troppi convenevoli, mi sembra riduttivo e semplicistico restar seduti su comode poltrone all'interno di sfarzosi uffici inculcando agli organi preposti strategie che dimostrino che il lupo non sia un animale dannoso in questo contesto ambientale e, a differenza degli allevatori, percepire lauti stipendi ogni mese a prescindere dal risultato del proprio operato”.