Oggi è la giornata internazionale della canapa, ne abbiamo approfittato per intervistare tre giovani ossolani, Samuel Minetti, Gianluca Bini e Silvia Pirrone che della canapa hanno fatto il loro lavoro aprendo Canapa Ossolana, un'azienda nata nel 2021 in Ossola.
Quando e dove avete scelto di coltivare la canapa?
"Era tanto che ci pensavamo, alla fine la nascita ufficiale di Canapa Ossolana è avvenuta nel 2021; siamo un'azienda giovanissima, ma la passione e lo studio per la canapa c'erano già prima.
Per far crescere le nostre piante abbiamo scelto, ovviamente, la nostra terra d’origine, l’Ossola! In particolare, dopo un’accurata ricerca, siamo ricaduti su Trontano. Ha molte caratteristiche tecniche ideali per la coltivazione di questa pianta. Lavorare la terra è uno dei lavori più antichi legati al nostro territorio, ma è anche un lavoro di fatica che difficilmente vede avvicinarsi giovani.
Perché avete fatto questa scelta? Sicuramente per passione, per la canapa principalmente, per la natura in generale, ma anche per il nostro territorio. Forse in pochi sanno che l’Ossola era una gran produttrice di canapa. I nostri nonni ricordano che le terrazze, molte delle quali oggi sono abbandonate, erano coltivate a canapa per la produzione principalmente di fibra: per esempio per le corde o per gli scufui. Molti dei mulini in zona macinavano canapa, per esempio quello a Vanzone in valle Anzasca. L’Italia era il secondo produttore al mondo durante il fascismo, la qualità della canapa italiana era apprezzata ovunque! Ci sarebbero tantissimi aneddoti storici legati alla canapa.. purtroppo non li troviamo sui libri di storia scolastici".
Come è vista la canapa in Italia e come è vista un'azienda come la vostra?
"Il nostro settore è tra i settori più giovani in Italia, l’età media degli imprenditori è 35 anni! È un settore in crescita, l’estero (come già lo era prima) è molto interessato a questo Made in Italy. Dal 2017, con l’inizio del mercato della cannabis light, si è anche assistito a una riduzione della criminalità legata allo spaccio. Inoltre, il potenziale della canapa e le soluzioni che offre sono innumerevoli: carta, tessuto, biocarburante, materiali per l’edilizia, è ecosostenibile ed aiuta l’ambiente… tanto per citarne alcune. Nonostante tutto questo, lavorare con la canapa oggi, in Italia, non è facilissimo. Attualmente il governo tenta di criminalizzare questo settore, sfruttando delle zone grigie della legge 242 del 2016, per le quali però sono già state emesse alcune sentenze, ad esempio quella del TAR in Febbraio, che dichiara lecito usare e commercializzare ogni parte della pianta (compresi fiori e foglie o estratti da essi); oppure quella della Corte Giustizia dell’Unione Europea che permette appunto la commercializzazione del CBD, legalmente prodotto ed estratto dalla pianta di Cannabis Sativa nella sua interezza e non solo da fibre e semi, tra gli Stati Membri. La legge, a cui ci atteniamo, prevede la produzione, l’uso tecnico o da collezione del prodotto e il suo conseguente commercio, purché la percentuale di THC (cannabinoide psicoattivo) resti sotto il valore di capacità drogante, fissato a 0,5%; pertanto fino a prova contraria lavoriamo nella legalità. Detto questo in Italia dilaga la disinformazione. La maggior parte delle persone sanno molto poco rispetto alla Canapa, alla sua storia, ai suoi usi o semplicemente riguardo a com’è fatta. Per questo siamo molto attivi sui social (censura permettendo) cercando di fare buona informazione e dando una visione più chiara, sfatando vecchi miti o stereotipi che 60 anni di proibizionismo ci hanno “regalato”. Per quanto ci riguarda la nostra realtà ossolana le persone imparano a conoscerci… Per capirci: all’inizio i nostri “vicini di campo” erano un po’ sorpresi di vedere “quella” pianta! La canapa o cannabis è diventata famosa come marijuana (che altro non è che il nome che usavano i messicani prima del proibizionismo). Quando invece parli di canapa, allora tutti si ricordano di quando il nonno o il bisnonno la coltivava, ed ecco che torna ad avere la valenza che ha, una semplice pianta… seppur incredibile! Ora ci chiamano “I ragazzi della canapa” e non facciamo più così paura".
Cosa producete, come commercializzate e chi è il vostro cliente finale?
"Al momento produciamo infiorescenze, (da piante di canapa sativa ricavate da sementi certificate di varietà consentite dalla normativa dell’Unione europea) Le nostre piante nascono e crescono qui in Ossola, dopo la fioritura, una volta mature avviene la raccolta, la successiva pulizia, essiccazione e concia dei fiori. A quel punto i fiori sono pronti e si possono trovare presso i nostri rivenditori. Al momento copriamo le zone di Crevoladossola, Domodossola, Villadossola, Intra e Stresa. Siamo sempre alla ricerca di rivenditori da selezionare, ci rivolgiamo alle attività perché uno dei nostri progetti è quello di instaurare collaborazioni con chi ha il desiderio di mettersi in gioco, chi crede nel settore e vuole contribuire alla buona informazione su questa pianta. Selezioniamo quindi chi possa rappresentare Canapa Ossolana così da far rinascere l’antica tradizione della coltivazione della canapa. Inoltre, per valorizzare il territorio in tutta Italia e oltre, abbiamo un sito e uno shop online dove presentiamo il nostro lavoro, i nostri rivenditori e i nostri prodotti".
Quale futuro può avere la canapa in Italia? In alcuni paesi ha anche scopi ludici, mentre nel nostro paese ha solo uno scopo farmaceutico, secondo voi perchè?
"In Italia la canapa ha un grande futuro! Ne siamo convinti… Certo non abbiamo la strada in discesa! l’ideologia proibizionista è ancora molto forte e travolge sia la canapa industriale ( il nostro settore), che quella terapeutica, oltre che la cannabis ad alto contenuto di THC (detta ricreativa o ludica).
La Germania, secondo le ultime dichiarazioni, a maggio inizierà un processo di legalizzazione, che prevede prima la depenalizzazione e poi una fase sperimentale di commercializzazione, come sta facendo la Svizzera. In realtà non è l’unico Paese in Europa su questa strada: Malta e Portogallo sono già un passo avanti, Spagna, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Danimarca… tutti valutano la depenalizzazione.
In Italia la cannabis terapeutica è legale, ma con molte difficoltà: i pazienti fanno fatica a reperire la terapia perché l’Istituto farmacologico militare di Firenze ( unico autorizzato ) non ne produce abbastanza; viene a costare quindi troppo ai pazienti, perché viene importata; inoltre ci sono tutta una serie di intoppi burocratici che una prescrizione di oppiacei non ha.
Vogliamo pensare sia una questione di disinformazione e poca lungimiranza da parte della politica, di questo governo in particolare. La letteratura scientifica a favore dei benefici della cannabis è ampissima, ci sono 35000 articoli su pubmed! Tante credenze, buchi nel cervello, droga di passaggio, sostanza letale ecc sono state ampiamente smentite dalla ricerca scientifica, ma i proibizionisti si rifanno comunque a queste ormai superate teorie, spaventando la gente e precludendo all’Italia uno sviluppo sia economico che scientifico a riguardo".
La legalizzazione porterebbe quali vantaggi? Un maggior controllo sul consumo? Debellerebbe il mercato della malavita e il prodotto sarebbe maggiormente controllato anche in termini sanitari? Ci sarebbero risvolti vantaggiosi in termini economici per lo stato?
"Ma certo! Legalizzare vorrebbe dire regolamentare un mercato che già esiste e che è in mano alla criminalità, con tutte le conseguenze del caso. Ora la cannabis è libera… libera da controlli, da norme! La cannabis per le mafie rappresenta il 40 % di guadagno, forse legalizzando non debelleremo la malavita, ma è un bello sgambetto! Se ci togliessero il 40% del nostro stipendio? Legalizzare vorrebbe dire sicurezza, il consumatore ( 6 milioni in Italia) saprebbe cosa assume. A livello economico, ma non solo, anche ambientale per l’Italia sarebbe un enorme vantaggio, il turismo canapicolo che ne deriverebbe… faccio fatica a quantificare. Ma ci arriveremo, probabilmente in ritardo… Però siamo conviti, il futuro è verde Canapa!".