Attualità - 15 maggio 2023, 17:40

Al via la coltivazione sperimentale dell'enantio: antico vitigno del Trentino

Terrazzamenti a Borgomezzavalle; l'iniziativa è di Pier Franco Midali, ex presidente dell’Associazione dei Produttori Agricoli Ossolani e viticoltore

Al via la coltivazione sperimentale dell'enantio: antico vitigno del Trentino

Sui pendii terrazzati del Mutarel, che sovrastano l’abitato di Viganella, è stato impiantato in via sperimentale un piccolo vigneto di Enantio.

L'Enantio, conosciuto anche come Lambrusco a foglia frastagliata, è un vitigno autoctono del Trentino-Alto Adige: è coltivato soprattutto in Vallagarina, a sud di Rovereto. È apprezzato per la sua naturale resistenza ai comuni eventi patogeni. L’Enantio è uno dei vini più antichi che si conoscono.

A coltivare le viti sperimentali è Pier Franco Midali, ex presidente dell’Associazione dei Produttori Agricoli Ossolani e viticoltore che alla passione per la coltivazione della vite aggiunge ora la sperimentazione.

Midali cita Plinio il vecchio: “Hoc est vitis silvestris, quod vocatur oenanthium”. “Così Plinio il Vecchio, scrittore e naturalista romano -spiega Midali-, descriveva le viti selvatiche nella sua Naturalis Historia, identificando con precisione la varietà chiamata Enantio. Era il primo secolo dopo Cristo. È un vitigno che la storiografia attesta essere mille e duecento anni più vecchio del nostro Prunent. Il microimpianto sperimentale di Viganella potrebbe rappresentare una novità in un settore che nell’ultimo mezzo secolo, in Ossola, ha compiuto progressi notevoli”.

La sperimentazione locale ha potuto concretizzarsi grazie all’apporto di Silvano Ceolin, il consigliere comunale di Solbiate Con Cagno, paese gemellato con Borgomezzavalle e ai contatti che questi intrattiene con l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.

La Fondazione Edmund Mach è un patrimonio del Trentino, una vera e propria università agraria per quel territorio. Saranno gli agronomi e gli enologi dell’istituto di San Michele e della Cantina Avio, Adriano Bertolini e Matteo Mattei, a seguire i processi fenologici dell’impianto.

Durante l’estate sarà inviato in Trentino materiale fotografico e biologico che consentirà di valutare se la germogliazione delle gemme, la fioritura, la maturazione delle uve, la lignificazione dei tralci e la caduta delle foglie rispecchieranno i parametri tradizionali del vitigno.

“Dopo l’agresto, citato nella bibbia (Geremia 31, 29-30 ed Ezechiele 18, 1-4), l’enantio – prosegue Midali - è uno dei vitigni più antichi che si conoscono. La sfida è partita. Le viti dalla Terra dei Forti hanno raggiunto la Valle Antrona tramite il comune di Solbiate con Cagno. Se tutto procederà bene, il microimpianto di Viganella produrrà un centinaio di bottiglie ogni anno. Poca cosa, ma è una sperimentazione. Se però le viti bene si adatteranno e si creeranno le sinergie giuste tra noi e gli operatori vitivinicoli di Solbiate con Cagno, non è detto che queste uve possano allargare il fronte produttivo ossolano”. Per ora non resta che attendere l'esito della sperimentazione che si avrà tra tre anni quando si potranno bere le prime bottiglie di Enantio prodotte a Borgomezzavalle.

Mary Borri

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